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Che 2021 birrario sarà

E alla fine siamo arrivati alla domanda tanto temuta in questi mesi: cosa accadrà alla birra artigianale italiana nel 2021? Tra qualche ora ci metteremo alle spalle uno degli anni più nefasti di cui abbiamo memoria e sarà impossibile non guardare ai prossimi mesi con un misto di speranza e inquietudine. Da una parte c’è la voglia di tornare alla normalità dopo tante settimane di passione, dall’altra il timore che qualsiasi previsione ottimistica finisca a scontrarsi di nuovo con la realtà dell’emergenza sanitaria. Il punto non è se usciremo dalla situazione di emergenza che stiamo vivendo, ma come e quando lo faremo. Per il settore della birra artigianale, gravemente penalizzato dalle restrizioni del 2020, ogni mese in più di inattività rischierà di risultare incredibilmente dannoso. Finora il comparto è andato avanti come ha potuto, ma chiaramente non può resistere ancora a lungo in questa situazione. Proviamo allora a immaginare cosa ci aspetta nei prossimi mesi, facendo chiaramente tutti gli scongiuri del caso.

Cominceremo il 2021 con la campagna vaccinale già in atto. È un punto di partenza importante, ma bisogna capire come sarà impostata dopo le prime somministrazioni poco più che simboliche. Chi immagina che il ritorno alla normalità sarà veloce è meglio che si metta l’anima in pace: il calendario circolato in questi giorni lascia presagire che ci vorranno molti mesi prima che l’emergenza possa dirsi superata. In realtà le informazioni sono molto vaghe, soprattutto per ciò che concerne la fase di vaccinazione che dovrebbe coinvolgere gran parte della popolazione. Come riporta Il Post – una delle pochissime testate che ha sempre cercato di mettere ordine alle notizie durante l’emergenza sanitaria – il ministro Speranza conta di arrivare a 13 milioni di persone vaccinate entro marzo, ma lo stesso ministero spiega che il piano strategico nazionale dipende pesantemente dai tempi delle autorizzazioni delle agenzie regolatorie. Ad esempio i ritardi nell’approvazione del vaccino di AstraZeneca stanno costringendo a rivedere alcune previsioni.

Alla luce di queste considerazioni, è difficile immaginare di compiere grandi passi avanti prima della primavera. Sarà un inverno molto lungo, in cui presumibilmente la situazione per il comparto della birra artigianale rimarrà pressoché invariata. La speranza è che i locali possano tornare ad aprire in tutta Italia e a operare (con le restrizioni del caso) almeno fino al tardo pomeriggio. La chiusura alle 18 è stata una mazzata non indifferente, ma ha permesso ad alcune realtà non solo di non perdere il contatto con l’attività quotidiana, ma anche di registrare un ritorno economico che, seppur minimo, ha allontanato i pensieri più funesti. Nonostante la chiusura anticipata, qualche birreria è riuscita persino a organizzare piccoli eventi, dimostrando che tra i consumatori c’è una gran voglia di sostenere l’ambiente appena possibile. Al momento non ci resta che sperare che le restrizioni durante le festività abbiano funzionato e che almeno nella seconda parte di gennaio tutti i locali italiani possano riaprire, sebbene con orari molto limitanti. Attualmente è difficile sperare in qualche concessione in più.

Poi con l’arrivo della primavera le cose potrebbero mutare velocemente. Come accennato, a quel punto la campagna vaccinale dovrebbe essere entrata nel vivo, con un 20% della popolazione italiana già immunizzata nei confronti del Covid-19. Inoltre, come già successo in passato, l’arrivo del caldo dovrebbe sia indebolire il virus, sia offrire possibilità in più per attività all’aperto. Chiaramente la situazione non potrà volgere improvvisamente verso la normalità, ma non è escluso che molte restrizioni possano essere allentate. Credo che nella mente di tutti – istituzioni, cittadini, professionisti – la primavera del 2021 sia percepita come un punto di svolta. Non di ritorno definitivo alla vita di un tempo, ma quantomeno alla fine dell’emergenza in quanto tale.

Non è un caso che molti appuntamenti birrari siano già stati calendarizzati a partire dalla fine di marzo. Come Cronache di Birra abbiamo scommesso sull’ultima settimana del mese per la nostra Italy Beer Week: è un azzardo e sappiamo che la situazione sarà ancora difficile, ma contiamo che i locali e i birrifici in quei giorni possano organizzare piccole iniziative, che poi sono da  sempre alla base dei contenuti della manifestazione. Poi l’agenda degli appassionati prevede ad aprile la settima edizione di Beer Attraction, a maggio l’edizione 2021 di Cibus (con la presenza di Unionbirrai e il concorso Birra dell’anno) e a giugno C’è Fermento, oltre a tante altre iniziative che sono state rimandate nei mesi passati. Se tutto va bene – e qui facciamo milioni di scongiuri – dal secondo quadrimestre del 2021 potremmo tornare a divertirci. Ma meglio ricacciare subito questo pensiero in attesa di risposte più precise.

Comunque andranno le cose e salvo particolari stravolgimenti, i birrifici italiani continueranno a lavorare con la stessa intensità degli ultimi mesi. Può sembrare una considerazione folle, eppure il lancio di nuove birre è stata una piacevole costante durante tutte le fasi dell’emergenza sanitaria. Allo stesso modo credo che il concorso Birra dell’anno non risulterà troppo penalizzato dalla situazione: è verosimile che ci sarà un calo nel numero di birre iscritte, ma la riduzione potrebbe essere molto limitata. Semmai sarà più complicato invitare giudici dall’estero, permettendo però a diversi degustatori italiani di partecipare per la prima volta a un appuntamento imperdibile per ogni appassionato.

La qualità della birra artigianale italiana continuerà a crescere anche nel corso del 2021. Aumenteranno le basse fermentazioni, le Italian Grape Ale e le Pastry Stout, con risultati altalenanti: le prime mostreranno straordinari livelli di eccellenza, le seconde si riveleranno più o meno valide in base al progetto di partenza, le terze risulteranno ancora lontane dalle migliori interpretazioni d’oltreoceano. Cresceranno molto nelle considerazioni del mercato alcuni giovani birrifici aperti nel corso del 2020: mi gioco tre nomi facili come Liquida, Impavida e Qubeer. In generale comunque avremo occasione di bere molto bene, soprattutto rimanendo all’interno dei confini nazionali.

Fermiamoci qui. Chiudo augurandovi un sereno 2021, ma sussurrandolo appena per mantenere un certo timore reverenziale nei confronti di ciò che ci attende nei prossimi mesi. Prossimi mesi per cui nutro due grandi speranze: tornare ad abbracci al bancone di un pub e ricominciare a organizzare viaggi birrari in giro per il mondo. C’è una gran voglia di fare entrambe le cose. Incrociamo le dita.

L'autore: Andrea Turco

Fondatore e curatore di Cronache di Birra, è giudice in concorsi nazionali e internazionali, docente e consulente di settore. È organizzatore della Italy Beer Week, fondatore della piattaforma Formazione Birra e tra i creatori del festival Fermentazioni. Nel tempo libero beve.

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Un commento

  1. Ottimo,(fa piacere un sito alla mano) complimenti.
    FA GOLA…

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