Come ho accennato nel post di ieri, durante le mie recenti vacanze estive ho avuto modo di passare qualche giorno nei Paesi Bassi, con base ad Amsterdam. Sebbene l’Olanda sia una tappa turistica piuttosto gettonata, è stata la mia prima esperienza nella terra dei tulipani e nella sua capitale… meglio tardi che mai 🙂 . In realtà è stata una vacanza piuttosto veloce: appena cinque giorni, due e mezzo dei quali passati nella città dei canali e il resto in giro per Rotterdam e villaggi della campagna. Un giro veloce ma molto impegnativo dunque, dove la birra non è mancata: purtroppo proprio per questa ragione non sono riuscito a provare tutto quello che avrei voluto, ma le occasioni per bere bene ad Amsterdam sono state diverse.
Dilungarmi sulle caratteristiche della capitale olandese mi sembra superfluo, sia perché sono conosciute da tutti, sia perché sicuramente molti di voi l’avranno già visitata in passato. Dico solo che a me è piaciuta molto, soprattutto nelle zone meno frequentate dai turisti. Ho avuto modo di risiedere nella parte più vicina al centro del quartiere Jordaan (grazie Claudia per l’ospitalità !), che è davvero carino e gradevole da girare a piedi (o in bici). Ben diversa è l’atmosfera che si respira nel quartiere a luci rosse e nelle vie più battute del centro, dove ovviamente le attrazioni diventano quelle per cui la città è (erroneamente) più conosciuta: coffee shop più o meno squallidi, professioniste del sesso in vetrina, ristorantini dal dubbio gusto. Niente in contrario sull’esistenza di una zona del genere, ma è chiaro che è a esclusivo uso e consumo dei turisti. Appena si esce da certi itinerari, Amsterdam appare infatti assai diversa e più genuina: tranquilla, amichevole e comoda.
Un valore aggiunto è l’offerta birraria della città , che non lascerà certo indifferenti tutti gli appassionati. Sulle guide turistiche troverete citata a più riprese la fabbrica dell’Heineken, ma ovviamente la nostra attenzione è rivolta a ben altre destinazioni, che per fortuna non mancano. Mi piace partire citando la Brouwerij ‘t Ij, brewpub situato in Funenkade 7, proprio dove sorge il mulino sul fiume omonimo. E’ una struttura molto particolare, ospitata in vecchi edifici in mattoni che le regalano un fascino assolutamente unico. Gli interni sono decisamente meno suggestivi, in particolare con una zona mescita che, senza esagerare, negli arredi sembra il bagno di un autogrill 🙂 . Ben diversa l’ampia area esterna, dove sotto ad alcuni alberelli verdeggianti trovano spazio diversi tavoli e panche: quando il tempo lo permette, qui si radunano tantissimi giovani con la loro birra in mano, che chiacchierano amabilmente mentre sorseggiano una delle birre della casa. Non credo di sbagliare ritenendo che la Brouwerij ‘t Ij è una delle mete preferiti dai ragazzi di Amsterdam: quando ci sono stato ho faticato a trovare spazio anche in piedi, però l’atmosfera è davvero ineguagliabile.
Le birre prodotte in loco sono molteplici e ispirate a diverse culture birrarie. La qualità media è discreta: niente di veramente esaltante, ma tutte birre comunque piacevoli da bere, soprattutto salendo di gradazione alcolica. La Plzen è una Pils molto maltata, piacevole anche se non priva di qualche difetto; la Ijwit una “double” Blanche intrigante e gustosa; la Zatte una Tripel un po’ timida, così come l’Ipa (mi sembra fosse la Columbus); ottime invece la Natte e la Struis. Il posto è decisamente consigliato, sia per la location quantomai pittoresca, sia per l’atmosfera schietta e lontana dal turismo straniero. In aggiunta le birre non sono affatto male.
Dopo un brewpub passiamo a due “semplici” pub. Le virgolette sono più che doverose, poiché stiamo parlando di due locali spettacolari: ‘t Arendsnest e In De Wildman. Il primo è il vero punto di riferimento per la birra olandese ad Amsterdam, in quanto propone la bellezza di una trentina di spine, tutte dedicate a produzioni artigianali realizzate nei Paesi Bassi. Di fronte alla monumentale lavagna del locale avrete solo l’imbarazzo della scelta, dovendo orientarvi tra nomi di birrifici più o meno conosciuti. Se non siete bevitori dell’ultima ora, sicuramente non vi suoneranno nuovi nomi come La Trappe o De Molen – di quest’ultimo c’è anche una sconfinata selezione in bottiglia. Forse avrete qualche tentennamento in più con De Prael, Snab, Jopen, Texels e altri… ma non vi preoccupare, perché lo staff saprà consigliarvi al meglio.
Oltre alla fantastica offerta birraria, non si può fare a meno di sottolineare che il ‘t Arendsnest è un locale esteticamente bellissimo, con interni rifiniti e un impianto di spillatura imponente. Delle birre bevute segnalo la Johnny di De Prael e la Jacobus Rye Pale Ale di Jopen. La prima è definita Kolsch dal produttore, ma in realtà ricorda una German Pils: l’importante comunque è che sia buona, e questa Johnny lo è decisamente. Meno godibile è la Pale Ale con segale di Jopen, dove tutti gli aromi rimangono assopiti, compreso la parte rustica dell’inusuale cereale. Ah, l’indirizzo: il pub è in Herengracht 90, proprio su uno dei canali più famosi della città .
Non lontano da piazza Dam (Kolksteeg 3) si trova invece l’In De Wildeman, storico locale situato in un punto ben più turistico del precedente. L’offerta non è integralista come quella del ‘t Arendsnest, ma ugualmente di altissimo livello: troverete birre da tutto il mondo, con una ovvia attenzione nei confronti dei prodotti nazionali. Gli interni regalano un’atmosfera da altri tempi: vi sembrerà davvero di entrare in un’accogliente birreria del passato, dove ordinare la vostra birra e degustarla seduti a uno dei tavolini, magari con vista sulla strada.
Tra le varie produzioni disponibili probabilmente non passeranno inosservate quelle del birrificio americano Flying Dog, che tra l’altro produce anche una birra per il locale, che porta lo stesso nome. La In De Wildeman è definita “Farmhouse IPA”, con un piacevole tocco rustico a caratterizzare una India Pale Ale non particolarmente estrema: originale e molto buona, sicuramente da provare per i beer hunter più incalliti.
Le mie visite birrarie ad Amsterdam si sono fermate qui, sia per il poco tempo a disposizione (volevo anche dedicarmi a turismo classico), sia per un po’ di sfortuna con giorni e orari (era il fine settimana). Di mete interessanti ce ne sarebbero ancora molte: il Beer Temple, pub completamente dedicato alle birre statunitensi; il Bierkoning, fantastico beershop dietro piazza Dam; la Brouwerij De Prael, di cui per fortuna ho assaggiato qualcosa in giro.
In definitiva Amsterdam è una destinazione davvero bellissima, in cui non avrete problemi a trovare luoghi birrari di altissimo livello. Se poi vorrete fare un tour più ampio, sappiate che l’Olanda può vantare tanti birrifici disseminati sul suo territorio: De Molen è naturalmente l’esempio più importante, ma non il solo. Direi che i Paesi Bassi e Amsterdam rappresentano un’ottima meta tra quelle di seconda fascia, da considerare subito dopo le potenze birrarie più tradizionali.
Rispondiamo con Plzen!
http://www.blindpig.it/?p=673
Ho fatto il mio giro ad Amsterdam circa 3 mesi fa (con annessa giornata da De Molen) e sono rimasto un po’ meno entusiasta…
Alla Brouwerij ‘t Ij i gestori hanno dimostrato pochissimo interesse a parlare delle loro birre, hanno un approccio alla spillatura che definirei criminale e le birre che ho assaggiato erano deludenti (purtroppo ho saltato le due che tu hai definito come migliori).
Per il resto molto bene ‘t Arendsnest, con staff simpatico e disponibile e ottima scelta di birre. Ottimo anche il Beer temple (stessa gestione di ‘t Arendsnest e infatti spesso stessi publican), con un’offerta imbarazzante per ampiezza…
Il Wildeman invece mi ha un po’ più deluso; personale poco cordiale e disponibile e offerta più limitata.
Il Bierkoning offre diverse chicche, ma purtroppo anche molte birre scadute sugli scaffali (mai quante ce n’erano sugli scaffali del beershop di De Molen, dove si trovavano delle birre scadute da più di un anno… come ad esempio una Fritz Ale IPA da consumarsi entro il febbraio 2011…).
Quanto alla città … io alloggiavo appena fuori dalla cerchia dei canali principali e ho trovato monnezza per strada come nella Napoli dei momenti peggiori, topi che grattavano le pareti per entrare in casa di notte, conducenti dei tram antipatici e propensi a dare indicazioni sbagliate… insomma, si poteva fare meglio.
Ho visitato anch’io l’anno scorso ‘t Ij dove l’atmosfera da hipster a due ruote mi è piaciuta molto di più che le birre, di cui salverei eventualmente la Columbus (gusto personale). Estrema fregatura le bottiglie da 33 cl che ho acquistato per amici e parenti: difettate con sentori di fogna (non esagero) pressochè uniformi su tutta la produzione, divenuti insopportabili dopo il viaggio di ritorno, probabilmente per un grave problema di pulizia nella linea di imbottigliamento. Peccato, il posto è simpatico, popolarissimo e tipico.
l’ultima acquistata qualche anno fa in Italia (che forse era anche la prima, o la seconda) aveva gli stessi difetti descritti. roba pesante, non quisquiglie, acidità da lavandino. siccome non sono un filantropo e i birrifici non mancano, ci ho messo una croce sopra definitiva e inappellabile. a leggerti, pare abbia fatto bene…
la Columbus dovrebbe essere una belgian strong ale…..Altrettanto vero che la loro IPA (tra l’altro nata non da molto) è, si, abbastanza timida 😀
Fatto più o meno gli stessi locali nello stesso periodo e quoto pressochè tutto quello che dice Andrea. De Wildeman e ‘t Arendsnest hanno oggettivamente un’ottima scelta peccato per i prezzi non propriamente da filantropi.
Il tap di De Prael è molto carino peccato per il fatto che sia nel bel mezzo del Walletjes quindi avendolo visitato durante il weekend ho dovuto farmi spazio tra “devoti ad altri vizi”. Buone la koelsch e la stout mentre la IPA aveva sofferenze varie.
Uscendo da Amsterdam mi è piaciuto molto Emelisse per luogo e menu, inoltre è ad un’oretta dagli sgabelli del Kulminator.
Andrea
Carini i prezzi sulle lavagne….
Eh sì, la birra ad Amsterdam non è proprio a buon mercato… qualche mese e ci arriveremo pure noi