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Nuove birre da Altotevere, Rattabrew, Edit, La Villana e Bossum

La prima panoramica del 2021 sulle nuove birre italiane parte dall’Umbria, e più precisamente dal comune di San Giustino (PG) dove ha sede il birrificio Altotevere. Come molti altri produttori, anche Altotevere recentemente ha deciso di lanciare una gamma di birre one shot e sperimentali, destinate nel corso dell’anno ad affiancare le creazioni standard denominate “core”. La primogenita della nuova linea Studio si chiama Nami (5,5%) ed è una New England IPA realizzata con luppoli Galaxy, Mosaic e Centennial per i quali è stato fatto ricorso alla tecnica del double dry hopping. La Nami è confezionata in lattina da 33 cl, contenitore che il birrificio umbro ha recentemente adottato in maniera estensiva. Aspettiamoci una bomba di frutta tropicale, con un corpo morbido e una chiusura piuttosto rinfrescante. Da notare che la grafica delle birre Studio è in “negativo” rispetto a quelle base: il colore di sfondo è il nero invece del consueto bianco.

Se siete amanti del cinema d’autore apprezzerete l’ultima nata in casa Rattabrew (sito web), birrificio veneto che negli ultimi tempi si sta dando molto da fare. La birra si chiama Frau Blücher (4,8%) e si ispira alla tipologia delle Bohemian Pils. Nonostante il luppolo sia il classico Saaz, tenderei a definirla una Pils piuttosto moderna o, se meglio preferite, un’ottima incarnazione del filone delle Italian Pils. Da notare che la birra è confezionata in lattina da mezzo litro, un formato particolarmente adatto a uno stile del genere e che conferma uno dei più piacevoli effetti secondari della diffusione dell’alluminio tra i birrifici italiani: l’abbandono delle bottiglie da 33 cl in favore di capienze maggiori, particolarmente indicate a birre facili da bere.

Il cambio di formato non ha giovato solo alle Pils, ma anche ad altre tipologie come le Session IPA. Ne sanno qualcosa i bevitori che negli ultimi tempi hanno avuto l’occasione di assaggiare la Beer Sweet Beer (4%), una delle ultime creazioni del birrificio torinese Edit (sito web). In questo caso la capacità scende a 40 cl, ma si rivela comunque ampiamente soddisfacente per una birra che scorre veloce, ma che non rinuncia a mostrare un carattere deciso grazie al luppolo Citra,  protagonista assoluto nella formazione del profilo aromatico (note spiccatamente agrumate) e impiegato sia in bollitura che in dry hopping. Il nome, che ricorda un vecchio adagio in lingua inglese, vuole celebrare la semplicità di una bevuta a casa nel difficile periodo che stiamo vivendo, stimolando a ricordare i momenti spensierati di un passato neanche troppo lontano.

Dopo tre birre che puntano sull’immediatezza della bevuta, cambiamo completamente regime per introdurre la seconda incarnazione della linea barricata del birrificio La Villana (sito web). Se godete di buona memoria ricorderete che a settembre 2020 presentammo la MacBarrell Vol. 1, un’Imperial Stout realizzata con fave di cacao e affinata in botti ex rum. Ebbene, il produttore veneto ha da poco lanciato la MacBarrell Vol. 2 (5,8%): una Red Ale “torbata”, che ha riposato sei mesi in botti ex whisky Ardmore. Se non sbaglio nel grist non è presente malto Peated, quindi la nota torbata proviene esclusivamente dal passaggio in legno. A dispetto di quanto si potrebbe pensare, è comunque una birra che scorre agile al palato, grazie a un tenore alcolico non molto sostenuto e a una decisa secchezza. Al naso la nota torbata è delicata e ben si innesta con i toni caramellati provenienti dal malto, mentre diventa più decisa in bocca dove si avvertono anche leggere sfumature alcoliche di whisky.

Concludiamo la prima carrellata del 2021 con il birrificio Bossum (sito web), che lo scorso dicembre ha festeggiato un anno dalla sua prima cotta. È un produttore giovane, che ha avuto la sfortuna di partire nel momento peggiore, ma che non per questo ha rinunciato a festeggiare la ricorrenza con una nuova birra, battezzata Nera di Veio. Si tratta di una Coffee Stout realizzata con l’aggiunta di caffè, ingrediente che esalta le note torrefatte e di cacao tipiche dei malti scuri e che dona alla birra un carattere forte e passionale. Negli ultimi tempi il caffè è diventato protagonista di molte birre italiane, anche grazie all’ascesa degli specialty coffee e delle microtorrefazioni. È una tendenza interessante, che probabilmente continuerà anche nei prossimi mesi.

L'autore: Andrea Turco

Fondatore e curatore di Cronache di Birra, è giudice in concorsi nazionali e internazionali, docente e consulente di settore. È organizzatore della Italy Beer Week, fondatore della piattaforma Formazione Birra e tra i creatori del festival Fermentazioni. Nel tempo libero beve.

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