Negli ultimi mesi il birrificio Crak sembra aver ridotto sensibilmente il numero di nuove release, che invece ne avevano caratterizzato l’attività sin dagli esordi. Non che le novità non siano mancate, sia chiaro, ma sicuramente la frequenza è cambiata rispetto al passato. L’ultima volta che ci eravamo occupati di una birra inedita del produttore veneto era addirittura luglio 2021, ma proprio in questi giorni è stata annunciato una corposo aggiornamento: ben 6 creazioni rilasciate in occasione il secondo anniversario di Guerrilla Crak The Rules, la mossa con cui nel 2020 il birrificio si smarcò dai rapporti commerciali con tutti i suoi intermediari. Ognuna delle sei birre incarna uno dei pilastri della filosofia di Crak: una è disponibile esclusivamente in fusto, le altre anche in lattina. La prima si chiama Infustata il (5%) ed è un’Italian Pilsner realizzata con un dry hopping di luppolo Hersbrucker.
Le altre cinque novità di Crak seguono lo stesso filo logico. Bevila dalla Lattina (6,5%) è una West Coast IPA ottenuta modificando la ricetta della Naima per seguire il modello delle tipiche birre luppolate della California. Completamente Indipendenti (8%) è una DDH IPA in formato “double” contraddistinta da un’elevata percentuale di avena (40%) e un’abbondante luppolatura con varietà Citra e Talus. Birrificio Agricolo (7,5%) è un’altra DDH IPA con un grist piuttosto articolato (avena, farro e frumento in aggiunta al malto d’orzo) e luppoli Motueka, Wai-iti e Nectaron. Crak Fresh (7,5%) è ancora una DDH IPA in cui troviamo un mix di luppoli assai complesso: Strata ed El Dorado usati sia in bollitura che a freddo, Citra e Simcoe (entrambi in versione Cryo) usati solo a freddo e con un double dry hopping. Infine Giant Guerrilla Crak the Rules API Treatment (8%) è la versione rinnovata della birra con cui due anni fa Crak rivoluzionò la sua politica commerciale, sottoposta al processo proprietario con miele.
Se siete ancora sbronzi dalla scorpacciata di novità a firma Crak, preparatevi a un’altra ondata di birre inedite. Il marchio meneghino Picobrew (sito web) ha infatti inaugurato recentemente la sua linea di affinamenti in legno, battezzata PiBarrel. Nel suo percorso formativo il birraio Pietro Tognoni vanta due mesi di esperienza presso Cantillon, che gli hanno permesso di acquisire nozioni importanti per mettere a punto la birra base della gamma: una birra acida che per certi versi riprende le tecniche del Lambic (malto Pils e frumento, turbid mash), fermentata con batteri e lieviti non convenzionali e maturata da 12 a 48 mesi in botti di legno di rovere ex vino rosso da 500 e 225 litri, ospitate dal birrificio Due Mondi. Questa base è stata utilizzata per ottenere cinque prodotti completamente nuovi: Cuvée di Pico (un blend di 1 e 2 anni), Golden Trip (ottenuta miscelando una Tripel con una versione sour di 12 mesi), BIGA (sour di 12 mesi con mosto di uva Barbera di Linearetta), Mosca (base sour di 12 mesi con vinacce di Moscato passito), Sambucolica (base sour di 12 mesi con mosto di bacche di sambuco). Le birre sono state presentate domenica scorsa presso Picobrew Station, il locale milanese dell’azienda.
Procediamo con le novità multiple per introdurre due new entry del birrificio Jungle Juice di Roma. La prima si chiama Nachspiel (10,5%) ed è stata brassata in collaborazione con il birrificio norvegese BÃ¥din. È un’Imperial Stout con adjuncts, ma di quelle che evitano gli eccessi: a parte avena e lattosio, infatti, sono presenti solo nocciole del viterbese, infuse a freddo. Il risultato è una birra massiccia e intensa, ma anche morbida e avvolgente. Il nome è una parola norvegese che descrive i post-serata organizzati in abitazioni private quando i locali smettono di servire da bere. La seconda novità di Jungle Juice si chiama invece A penny for your thoughts (6,5%) ed è una DDH IPA one shot con cui il produttore romano punta a sperimentare la resa del nuovo luppolo Idaho Gem. La varietà è accompagnata dai solidi Galaxy e Mosaic, impiegati in varie fasi del processo produttivo. Una birra per veri hophead.
Dopo i birrifici, il successo delle Italian Grape Ale ha conquistato anche le cantine vinicole, che hanno cominciato a produrre birra con mosto d’uva a marchio proprio. Ovviamente in questi casi dietro c’è sempre la partnership con un birrificio italiano, come nel caso della recente Laccento (9,5%), annunciata recentemente dall’azienda Montalbera (sito web) della famiglia Morando. Si tratta della prima birra che impiega mosto di Ruchè, un antico vitigno piemontese riscoperto in tempi relativamente recenti. Brassata a bassa fermentazione presso il birrificio Beba (sito web) di Villar Perosa (TO), prevede l’aggiunta del 2,5% di mosto, quindi 30 giorni di maturazione e altri 15 di affinamento in bottiglia. Il profilo aromatico è dominato da note fruttate (frutta candita), al palato è dolce ma non stucchevole ed equilibrata da una chiusura leggermente amara. Laccento è disponibile in 9.000 bottiglie nel formato da mezzo litro, ma nel 2023 la produzione salirà a 14.000 esemplari.
Concludiamo la panoramica odierna con due novità provenienti da Birra di Fiemme, produttore della provincia di Trento, nate da una sorta di contrapposizione. La Black Sheep è una Extra Stout realizzata con il classico luppolo East Kent Golding e con un grist molto articolato, costituito da fiocchi d’orzo e malti Maris Otter, Meladoidin, Pale Chocolate e Roasted Barley. Facile da bere e non troppo amara, si contraddistingue per le tipiche sfumature di caffè e cacao. La White Flock, invece, è una Blanche delicata e piuttosto in stile, a eccezione della luppolatura che prevede anche varietà americane (Cascade). Per il resto però ricalca il modello delle “bianche del Belgio”: speziatura con scorze d’arancia e coriandolo, carbonazione elevata, sentori che richiamano gli agrumi, il pepe e le spezie. In entrambe le ricette c’è lo zampino di Andrea Rizzardi, homebrewer che collabora costantemente con Birra di Fiemme, dove tra l’altro ha lavorato la scorsa estate. Le birre saranno presentate in un evento unico, che si terrà nel weekend del 12 e 13 marzo presso il locale di Birra di Fiemme a Cavalese (TN), dove tra l’altro la Black Sheep sarà servita a carboazoto.
[…] molto attivo per il marchio milanese Picobrew (sito web), che dopo aver annunciato la sua linea di affinamenti in legno, ha da poco rilasciato una nuova birra, appartenente alla linea standard. La ricetta però è […]