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Nuove birre da Lambrate, Alder, B94, Mezzavia, Jungle Juice e Malaspina

Era da un po’ di tempo che il Birrificio Lambrate non compariva nelle nostre consuete panoramiche sulle nuove birre italiane, quindi oggi ci sembra opportuno cominciare proprio con il produttore meneghino. Appena qualche ora fa è stata infatti annunciata l’inedita Tiger Pale Ale (5,5%), dedicata al cagnolone di nome Tiger che è da anni una sorta di mascotte per il birrificio. Proprio come un amico fedele, anche la nuova Pale Ale di Lambrate è la perfetta compagna per le calde giornate primaverili. La ricetta interpreta lo stile in chiave moderna, ricorrendo a un lievito del New England e a quattro diversi luppoli di origine americana: Citra, Summit, Centennial e Cascade, l’ultimo in formato Cryo. La base fermentescibile è invece composta da malti Pils e Carapils e una percentuale di segale maltata. La Tiger Pale Ale è disponibile da oggi alla spina nei due locali di Lambrate in via Adelchi e via Golgi.

Non allontaniamoci troppo da Milano per introdurre l’ultima nata in casa Alder, battezzata Akron (6,7%). Dopo un periodo in cui ha alternato basse fermentazioni e birre luppolate, recentemente Marco Valeriani sembra essersi orientato sulle seconde, almeno in termini di novità: nel 2022 ha infatti sfornato una West Coast IPA (Point Loma), un’American IPA single hop (Simcoe), una NE IPA “vecchio stampo” (Cabin Inn) e un’American Amber Ale (Holiday Walk), con la solita eccezione della Isted (Imperial Stout al caffè). La tendenza continua ora con questa Hazy IPA, realizzata in collaborazione con il birrificio croato Maskeron (sito web): la base è costituita da malti inglesi e tedeschi, integrati da avena maltata e frumento, mentre la luppolatura prevede l’impiego di varietà Galaxy, Nelson Sauvin, Mosaic e Citra, anche in double dry hopping. Il risultato è una birra velata, morbida, con un amaro delicato e note di frutta gialla matura e tropicale.

In questi anni ci è talvolta capitato di segnalare le birre ufficiali di squadre professionistiche di calcio. È ora il momento di annunciare quella dell’Unione Sportiva Lecce, realizzata da un birrificio che non poteva non essere della zona: parliamo del salentino B94 (sito web), uno dei primi marchi artigianali nati in Puglia. Battezzata Via del Mare, come il famoso stadio di Lecce, è una birra chiara con delicate note maltate e floreali, leggera e molto facile da bere. Vuole suggellare il profondo rapporto tra la società e la sua tifoseria e nel celebrare questa partnership il birraio Raffaele Longo si è lasciato ispirare dai proprio ricordi, quando da ragazzo era solito andare allo stadio con il fratello e il padre per seguire le partite del suo Lecce. La birra al momento è disponibile nei pub e nei locali di Lecce e dintorni, ma non allo stadio a causa di un contenzioso e del divieto di vendere bevande alcoliche in concomitanza delle gare interne del Lecce.

Si chiama Mùvara (6,8%), che in sardo significa “muflone”, la novità annunciata una settimana fa dal birrificio Mezzavia (sito web). Se amate le storiche consuetudini brassicole saprete che l’animale è un indizio piuttosto chiaro dello stile di riferimento: siamo infatti al cospetto di una Bock e più precisamente di una Maibock, versione primaverile delle antiche birre forti della Germania. La ricetta prevede l’impiego di luppoli freschi di raccolto, provenienti da un piccolo coltivatore del Baden-Wurttemberg, land tedesco confinante con la più famosa Baviera. La Mùvara si presenta di colore giallo con una rigogliosa schiuma bianca e si contraddistingue per profumi mielati di malto ed erbacei di luppolo nobile. Al palato è ricca e piena, con l’elegante amaro finale che favorisce la bevuta prima della chiusura secca e decisa. Una birra “pericolosa”, perfetta per chi in primavera cerca comunque un prodotto di carattere.

Si ispira invece alla tipologia delle Pacific IPA l’ultima creazione del birrificio romano Jungle Juice (sito web). La Glassy (6,2%) nasce per esaltare al massimo gli intensi aromi fruttati e tropicali dei luppoli dell’area del Pacifico, ricorrendo a varietà provenienti dalla Nuova Zelanda (Nelson Sauvin) e Australia (Galaxy, Topaz ed Enigma). Aspettiamoci una birra volutamente sbilanciata sulla componente luppolata, con una base maltata semplice per dare un minimo di struttura senza interferire con il contributo dei luppoli. Con i primi caldi le suggestioni che regala la Glassy sono quelle delle affascinanti spiagge tropicali: in attesa delle meritate vacanze, almeno vi consentirà di sognare. È disponibile in fusto da 24 litri e in lattina sleek da 33 cl.

Concludiamo la carrellata di oggi con due novità, provenienti dal lombardo Malaspina Brewing (sito web). La prima si chiama Spiga (5,5%) ed è un’American Wheat prodotta esclusivamente con materie prime coltivate in Italia. I malti e i luppoli (Comet e Cascade) provengono infatti dalla vicina azienda agricola La Bruciata, situata a Carpiano nel Parco Agricolo Sud Milano. È una birra fresca, pulita e con un profilo aromatico deciso grazie al contributo del Comet. La seconda new entry si chiama invece Phigata (7%) e può essere considerata la versione in chiaro della Tonda, Red IGA che ha vinto la medaglia d’oro al passato IGA Beer Challenge. In questo caso sono state utilizzate uve Pigato (una cultivar ligure) dell’azienda Peq Agri di Andora (SV). Come per la Tonda si è partiti da una base Saison, per poi adottare il metodo di lavorazione Marc-Up che prevede l’aggiunta di mosto sgrondato e vinacce al termine della fermentazione primaria. La Phigata riesce a valorizzare bene il vitigno, restituendo i caratteristici toni fruttati e floreali e la sapidità del Pigato.

L'autore: Andrea Turco

Fondatore e curatore di Cronache di Birra, è giudice in concorsi nazionali e internazionali, docente e consulente di settore. È organizzatore della Italy Beer Week, fondatore della piattaforma Formazione Birra e tra i creatori del festival Fermentazioni. Nel tempo libero beve.

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