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Nuove birre da Ca’ del Brado, Monpier, Liquida + Bondai, Mukkeller + Bajon e altri

Come forse saprete una sezione delle Style Guidelines del BJCP è dedicata agli stili storici e contiene tipologie “che o sono scomparse totalmente in tempi moderni, o erano molto popolari in passato e sopravvivono solo grazie alle reinterpretazione dei birrifici odierni”. Tale reinterpretazioni possono essere più o meno fedeli – o meglio, verosimilmente fedeli – al modello di partenza, spesso impiegando non di rado tecniche antiche e legate al passato. È il caso della Copernicana (4,6%), lanciata a inizio marzo da Ca’ del Brado (sito web) e realizzata insieme al birrificio polacco Pinta (sito web): una Wild Grodziskie che tenta di replicare le antiche birre affumicate della città di Grodzisk, nell’attuale Polonia. È brassata con solo malto di frumento affumicato su legno di quercia e luppolata con la varietà polacca Lubelski, prima di finire in botte per un affinamento di 9 mesi. È una birra scorrevole e rinfrescante, in cui le delicate note fumé si fondono con gli aromi “selvatici” della cantina, accompagnando il tutto con una elegante acidità. Se siete amanti degli stili perduti (o quasi) sapete cosa assaggiare nei prossimi giorni.

Restiamo nell’ambito di birrifici devoti agli affinamenti in botte per presentare le due novità (e mezza) del birrificio Monpier de Gherdeina. La prima di chiama Wild Berliner Weisse Blueberry (5,3%) e, come immaginerete, è la versione della Berliner Weisse della casa aromatizzata con l’aggiunta di mirtilli. Il processo produttivo è parecchio lungo e complesso: prevede 6 mesi di maturazione, altri 6 mesi con l’aggiunta della frutta e ancora 6 mesi di affinamento in barrique di rovere. Ammaliante già dall’aspetto per il suo colore rosato, si distingue per l’interessante equilibrio tra richiami di yogurt bianco, frutta rossa e crosta di pane. Per restare in tema di birre acide c’è da segnalare anche la “mezza” novità rappresentata dall’edizione 2013 della Spontaneum Gardenensis (6,4%), ottenuta miscelando le spontanee della casa fermentate in vasca aperta. Cambiando infine totalmente genere, tra le birre inedite di Monpier va segnalata la 5959 (8,6%), una Double IPA bella muscolare, luppolata con le varietà Mosaic, Sabro e Eclipse.

Torniamo a occuparci di collaborazioni, ma restando nei confini nazionali, per segnalare tre recenti new entry. La prima si chiama Evolve or die (6%) ed è stata realizzata dal birrificio Liquida (sito web) in collaborazione con il friulano Bondai (sito web). Il nome si riferisce ai prodotti impiegati per la luppolatura, provenienti dall’azienda Yakima Chief: le varietà Citra, Mosaic e Simcoe sono state aggiunte sia nella forma pellet T90, sia in quella fresh hop 301 trial. Quest’ultima in particolare combina l’essenza del luppolo appena raccolto con la tecnologia cryo, offrendo le sensazioni fresche e “croccanti” di una Fresh Hop in un formato moderno. Il risultato è una West Coast IPA dal profilo intenso e potente, in cui domina un fruttato riconducibile agli agrumi, alla papaya e al litchi.

La seconda collaborazione, invece, è nata dalla partnership tra i birrifici Mukkeller (sito web) di Porto Sant’Elpidio (FM) e Bajon (sito web) di Porto Corsini (RA). La birra si chiama Adieu (6%) e unisce le specialità dei due birrifici: basse fermentazioni e creazioni luppolate. La tipologia di riferimento è infatti quella delle India Pale Lager, che curiosamente stanno trovando molto spazio in questo periodo tra i birrifici italiani – talvolta anche nella forma “modificata” di Cold IPA. Aspettiamoci dunque una Lager molto dissetante facile da bere, la cui pulizia aromatica permette di esaltare al massimo il contributo aromatico della generosa luppolatura. Perfetta insomma per i primi caldi di questa primavera 2023.

La terza collaborazione tutta italiana è quella tra Busa dei Briganti (sito web) ed Edit (sito web), dal cui incontro è nata la Room Service (6,5%). Nella scorsa panoramica sulle novità italiane abbiamo citato le tante linee parallele che i nostri birrifici stanno lanciando in questo periodo e la Room Service non è da meno. Rappresenta infatti la primogenita del progetto Pints on film, che include birre ispirate alla cultura cinematografica. È definita una Sacher Porter perché parte dalla ricetta delle antiche “scure” dell’arte brassicola britannica per poi prevedere l’aggiunta di lattosio e succo e purea di albicocche. Il risultato è una birra avvolgente e robusta, con toni di cioccolato fondente, caffellatte e albicocca sotto spirito. L’ispirazione arriva dall’omonima pellicola dei fratelli Marx, in cui le camere di hotel e la tentazione del buon cibo sono centrali nello svolgimento della trama.

Concludiamo infine con l’ultima arrivata dal birrificio trentino Impavida (sito web), che una decina di giorni fa ha annunciato la sua nuova Helles (5%). Nonostante lo stile sia molto classico appartiene alla linea Experimental Series dell’azienda di Arco (TN), ma non fatichiamo a vederla in futuro nella gamma base del birrificio. È infatti una classica bassa fermentazione dorata in stile bavarese, con cui il malto appare in evidenza rispetto alla componente amara. Ciononostante risulta molto equilibrata, snella e decisamente dissetante, perfetta quindi come session beer da apprezzare da soli o in situazioni di socializzazione. Come durante una grigliata all’aperto, per chi è con la testa già avanti di qualche settimana.

L'autore: Andrea Turco

Fondatore e curatore di Cronache di Birra, è giudice in concorsi nazionali e internazionali, docente e consulente di settore. È organizzatore della Italy Beer Week, fondatore della piattaforma Formazione Birra e tra i creatori del festival Fermentazioni. Nel tempo libero beve.

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