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Nuove birre da Alder, Lieviteria + Milvus, Bellazzi + Retorto, Granda + Moor e altri

Sin dai suoi esordi il birrificio Alder (sito web) ha dimostrato una forte predilezioni per le basse fermentazioni della tradizione tedesca. Tra Helles, Pils, Vollbier, Schwarz, Landbier e Bock il birraio Marco Valeriani si è misurato con tante tipologie locali, talvolta indagando persino le variazioni territoriali delle stesse. Eppure ci sono alcuni stili della Germania che ancora non sono stati esaminati dal produttore brianzolo, come – se non andiamo errati – Märzen, Dunkel e Weizen. Almeno fino a qualche giorno fa, perché lo scorso 28aprile è stata annunciata proprio la prima Märzen della casa: una birra ambrata con una componente maltata in primo piano (note di miele, mou, caramello e leggera crosta di pane), ben bilanciata dai toni floreali ed erbacei dell’elegante luppolatura. La novità, battezzata Schäuferla (5,6%) come un piatto tipico della Franconia – il suffisso “-la” è indicativa del dialetto locale – è brassata con malti Vienna, Monaco e Cara e luppolata con varietà Saphir, Rottenburger e Tradition. Se la primavera vi fa pensare subito ai classici biergarten tedeschi, ora sapete cosa bere per ritrovare parte di quella splendida atmosfera.

Restiamo nell’ambito degli stili birrari della tradizione mitteleuropea per introdurre una collaborazione molto interessante, annunciata di recente da due ottimi birrifici del Sud Italia: il pugliese Lieviteria (sito web) e il lucano Milvus (sito web). La Kehlchen (4,5%) è espressamente definita Old-Style Vienna, ma non si limita semplicemente a interpretare la tipologia in chiave classica. I birrai Angelo Ruggiero e Vito Samela hanno infatti studiato le origini delle Vienna, prendendo spunto dalle fonti di Andreas Krennmair, dalle storiche “cugine” ceche denominate Vidensky e dalle incarnazioni austriache del passato chiamate Abzug, una sorta di Session Lager. Quindi hanno elaborato la ricetta: 100% malto Vienna di origine pugliese, ammostamento con doppia decozione, luppoli cechi delle varietà Premiant, Saaz e Kazbek, classico lievito Lager e maturazione a freddo di quattro settimane. Il risultato? Una birra dal colore leggermente ambrato, con sfumature di crosta di pane, miele d’acacia e la tostatura finale tipica del malto Vienna, decisamente facile da bere ma appagante e d’impatto.

Un’altra collaborazione italiana di recente attuazione è quella tra i birrifici Bellazzi e Retorto, situati rispettivamente a San Lazzaro di Savenna (BO) e Podenzano (PC). La partnership non nasce casualmente, poiché Retorto (sito web) fu il birrificio che i ragazzi di Bellazzi (sito web) scelsero dieci anni fa per avviare il proprio progetto, quando era ancora una semplice beer firm. Ora per celebrare il decennale di quell’amicizia è nata la Bellorto (5%), una India Pale Lager creata concettualmente dalla fusione di due birre già esistenti: l’Anima Pils di Bellazzi, una Pils con dry hopping di Celeia, e la Morning Glory di Retorto, una classica American Pale Ale. Dunque non è difficile immaginare le caratteristiche della Bellorto: una bassa fermentazione scorrevole e rinfrescante, contraddistinta però da una luppolatura generosa di stampo americano. Se l’idea vi intriga, sappiate che potrete assaggiare  in anteprima questa new entry sabato 13 maggio, quando sarà protagonista di un evento ad hoc presso l’Harvest Pub di Bologna, con la presenza dello staff di entrambi i birrifici.

Da una collaborazione tutta italiana passiamo a una internazionale, che vede protagonisti il Birrificio della Granda (sito web) di Lagnasco (CN) e il popolare birrificio Moor (sito web) di Bristol, in Regno Unito. Nelle scorse settimane il birraio Justin Hawke è stato ospite del Birrificio della Granda per brassare la secondogenita del progetto Be Grapeful. Ricordiamo che questa dicitura identifica una serie di birre appartenenti allo stile delle Italian Grape Ale e  realizzate in collaborazione con diversi produttori stranieri, utilizzando sempre il mosto di uve moscato della cantina Vite Colte. Dopo la Imperial Berliner Weisse realizzata con il birrificio berlinese Brlo, è ora il momento di un Barley Wine, tipologia raramente impiegata con il mosto d’uva. La sfida quindi è particolarmente intrigante, perché l’obiettivo è riuscire a far emergere il temperamento del vitigno in uno stile di per sé molto ricco e complesso. L’IGA Barley Wine (12%), di colore chiaro, combina il suo carattere maltato e alcolico con il corpo di un bianco secco e aromatico, dove si riconoscono le note di pera e frutta a polpa bianca tipiche del moscato. Nel grist troviamo non solo malto d’orzo, ma anche frumento e segale maltati. La birra dovrebbe essere disponibile proprio in questi giorni.

L’ultima new entry del birrificio umbro Altotevere (sito web) si chiama invece Citra Smash (5,2%), un nome che è un chiaro omaggio al luppolo Citra. Se vi aspettate una American IPA siete però in errore, perché siamo ancora nel regno delle basse fermentazioni. La novità è infatti una Hoppy Lager sperimentale a cavallo tra Europa e USA, brassata con il supporto di Mr. Malt che ha fornito ad Altotevere alcune materie prime in anteprima. Così il luppolo è una variante a basso contenuto di alfa acidi del Citra, prodotto lanciato di recente da Yakima Chief e in grado di fornire grande contributo aromatico anche se utilizzato a caldo. Il malto è invece ottenuto dallo storico orzo tedesco Alexis, che garantisce pienezza al sapore, un colore vivace e un’ottima ritenuta della schiuma. È dunque una birra single hop e single malt, con un aroma elegante prevalentemente agrumato e un palato avvolgente e fragrante. Se vi interessa testare di persona i nuovi prodotti disponibili nel mercato, la Citra Smash è da tenere senza dubbio in considerazione.

E per concludere in bellezza questa panoramica composta quasi esclusivamente da Lager, introduciamo la AgriPils (4.8%), che rappresenta la prima bassa fermentazione del birrificio laziale Agrilab (sito web). Come avvenuto per lo storico stile della Boemia, anche il nome della birra deriva da quello del malto d’orzo, coltivato direttamente dall’azienda agricola del birrificio. Per la cronaca il malto AgriPils non è una novità, bensì il birrificio lo utilizza per le sue birre almeno da un paio di anni. Per la luppolatura invece sono state impiegate varietà tedesche e l’immancabile ceco Saaz. La nuova Pils di Agrilab è confezionata in bottiglie speciali con tappo personalizzato, rese possibili grazie al collezionista Franco Ferretti che nel 2017 realizzò una serie ad hoc per il produttore laziale. La AgriPils sarà presentata ufficialmente sabato 13 maggio nel corso di AgriFest, l’evento organizzato dal birrificio presso la sede di Campagnano di Roma (RM).

L'autore: Andrea Turco

Fondatore e curatore di Cronache di Birra, è giudice in concorsi nazionali e internazionali, docente e consulente di settore. È organizzatore della Italy Beer Week, fondatore della piattaforma Formazione Birra e tra i creatori del festival Fermentazioni. Nel tempo libero beve.

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