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Luppoli nuovi e nuovissimi: la rivoluzione del Nectaron, lo sperimentale CF302

Il luppolo ha rappresentato l’ingrediente della prima grande rivoluzione della birra artigianale, tanto da spingere molti osservatori a chiedersi: “Quale sarà l’ingrediente della prossima rivoluzione brassicola?”. Probabilmente la risposta è ancora il luppolo. Raramente in passato abbiamo assistito a una fase così innovativa per l’industria che gira intorno a questa celebre pianta, tanto che in questo momento storico le novità si susseguono a ritmo forsennato. Negli ultimi tempi vi abbiamo raccontato dei nuovi prodotti per la luppolatura, come il Phantasm, e prima ancora delle nuove cultivar di stampo moderno del Regno Unito. Oggi torniamo a occuparci di varietà di luppolo per introdurne due molto recenti: il Nectaron, lanciato sul mercato solo nel 2020 ma con un impatto così influente che non possiamo non scriverne, e il CF320, ancora in fase di sperimentazione ma già molto promettente.

Nectaron: un’esplosione di aromi tropicali

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Il Nectaron è una varietà di luppolo originaria della Nuova Zelanda, una regione nota per la sua ricca produzione di luppolo di alta qualità. Fu lanciato sul mercato nel 2020 dall’azienda NZ Hops, ma la sua coltivazione era cominciata addirittura sedici anni prima per opera del genetista Ron Beatson, rimanendo in una lunga fase sperimentale a causa dei bassi livelli di alfa acidi. Era l’epoca della rincorsa alle birre più amare e un luppolo poco caratterizzante da quel punto di vista avrebbe incontrato serie difficoltà sul mercato – non è un caso che invece NZ Hops rilasciò il Waimea, una varietà con elevati livelli di alfa acidi (16-19%). La fine della dittatura degli IBU ha offerto una possibilità commerciale al Nectaron, con risultati straordinari.

In pochissimi anni il Nectaron si è affermato come una varietà molto popolare tra i birrai per la sua capacità di conferire intense note di frutta tropicale e agrumi alla birra. Le caratteristiche distintive del Nectaron includono aromi di mango, papaya, pesca e limone, che aggiungono una dimensione “juicy” a qualsiasi stile birrario in cui viene utilizzato. Il Nectaron si presenta con coni di dimensioni ragguardevoli, che non di rado arrivano a occupare l’intero palmo di una mano, e per molti versi rappresenta la perfezione fatta luppolo.

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Una delle peculiarità più interessanti del Nectaron, infatti, è la sua versatilità. Non solo può essere utilizzato come luppolo aromatico, ma è anche adatto per l’amaro grazie a livelli di alfa acidi che, curiosamente, non sono poi così bassi per una tipologia da aroma (11-13%). Questo aspetto lo rende una scelta ideale per i birrai che cercano un luppolo tuttofare in diversi di stili di birra. È inoltre un luppolo straordinariamente resistente alle malattie, che in aggiunta garantisce un’ottima resa: tutti elementi che suonano in maniera paradisiaca alle orecchie degli agricoltori.

Sono tanti i birrifici italiani che si sono cimentati nell’uso del Nectaron in questi anni, talvolta impiegandolo in maniera esclusiva per alcune birre. Se non andiamo errati, Crak è stato il primo produttore a sperimentare il Nectaron in Italia con la Discovery Uno (6%), che uscì proprio nel 2020. Successivamente realizzò altre single hop, come la Perfect Nectaron (8%) e la Small Perfect Nectaron (5%). Lo scorso anno il birrificio MC77 ha impiegato questo luppolo per la Unkock Nectaron (8%), una Double IPA appartenente alla linea speciale nata per “sbloccare” la resa aromatica di determinati ingredienti. Altre single hop italiane di Nectaron sono la Astro Session IPA (4,2%) di Ritual Lab, la High Five (6,5%) di Rebel’s, la recente Terminectaron (6,2%) di Liquida, la Raimondo Lager (4,2%) del Birrificio Dada in collaborazione con il Birrificio Emiliano e la Nectaron (4%) de La Fucina.

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CF302: un’interessante varietà inglese di nuova generazione

Mentre il Nectaron ha già conquistato la nomea di nuova stella nel firmamento del luppolo, un’altra varietà sta attirando l’attenzione del settore: la sperimentale CF302, messa a punto dall’azienda inglese Charles Faram. Ad accendere i riflettori su questa cultivar è stata la Wimbledon Brewery di Londra, che nel corso del 2024 prevede di lanciare diverse birre prodotte con i luppoli sperimentali di Charles Faram, comprese quelli britannici di nuova generazione di cui ci siamo occupati in un articolo di qualche settimana fa.

Come racconta The Drink Business, il CF302 tuttavia ha attirato l’attenzione di Simon Lewis, direttore operativo della Wimbledon Brewery, per le sue caratteristiche uniche e innovative. La varietà si distingue infatti per la sua complessità aromatica e la sua capacità di conferire un ampio ventaglio di sapori alla birra. Le prime analisi sensoriali indicano che questo luppolo fornisce note di frutta tropicale, erbe fresche, spezie e persino un tocco di menta. Un bouquet molto particolare, che rende il CF302 estremamente promettente per i birrai che vogliono creare birre con profili aromatici unici e distintivi.

Uno degli aspetti più interessanti del CF302 è il suo potenziale in termini di innovazione. Poiché è ancora in fase sperimentale, i birrai hanno la possibilità di esplorare e scoprire nuove modalità di utilizzo combinandoloa con altre varietà di luppolo. Tuttavia, è importante notare che il CF302 è ancora in fase di sviluppo e che le informazioni disponibili sono limitate. Sebbene le prime impressioni siano promettenti, sarà necessario condurre ulteriori studi e prove per valutare appieno il potenziale di questa varietà di luppolo.

Conclusioni

Il Nectaron e il CF302 confermano come il settore della coltivazione del luppolo sia in continua evoluzione, senza considerare le innovazioni provenienti dagli strumenti per la luppolatura. Mentre il Nectaron è riuscito in pochi anni a dimostrare le sue potenzialità e l’eccezionale versatilità, il CF302 apre la strada a nuove frontiere di innovazione e creatività. Sono due esempi di come la ricerca procede spedita nel settore del luppolo, settore che sta vivendo una fase innovativa globale probabilmente senza precedenti.

Andrea Turco
Andrea Turco
Fondatore e curatore di Cronache di Birra, è giudice in concorsi nazionali e internazionali, docente e consulente di settore. È organizzatore della Italy Beer Week, fondatore della piattaforma Formazione Birra e tra i creatori del festival Fermentazioni. Nel tempo libero beve.

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