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Il resoconto del Craft Beer Trail: 230 km in bici e 4 birrifici come punti ristoro

Si è conclusa a fine settembre la prima edizione del Craft Beer Trail (sito web), una manifestazione che coniuga il ciclismo e il mondo della birra artigianale. Per i lettori di Cronache di Birra che ne fossero all’oscuro, vale la pena spiegare innanzitutto cos’è un trail in bicicletta. Iniziative di questo tipo prevedono un percorso su un fondo misto asfalto-sterrato, presentano un “buon” dislivello positivo (quantitativo di salite) e sono unsupported, nel senso che i partecipanti devono essere autonomi sia in termini di assistenza alla bici, sia per esigenze personali, compreso il pernottamento. Tutti i trail, infatti, prevedono solitamente almeno una notte fuori. La particolarità del Craft Beer Trail, organizzato dall’associazione Spirito Gravel, è che i quattro ristori (cioè i punti rifornimento lungo il percorso) sono stabiliti all’interno di altrettanti birrifici artigianali.

La manifestazione è partita da Riccione sabato 27 settembre e ha visto la partecipazione di circa 150 ciclisti. Coerentemente con lo spirito della manifestazione, io ho partecipato con un “team” sponsorizzato dal Birrino di Forlì (sito web): già da questo aspetto si denota la nostra predisposizione per le birre medie e non per le percorrenze medie! I primi chilometri del percorso sono risultati pianeggianti, ma appena fuori città sono iniziate le prime colline. Dopo essere passati per i bellissimi borghi di San Clemente e San Savino, siamo giunti al primo beer point: Beha Brewing Company (sito web), un birrificio agricolo situato sulle sponde del lago Miralago. L’organizzazione ha fornito ai partecipanti una tazza in metallo serigrafata con il logo della manifestazione e una beer map: a ogni sosta veniva stampato un timbro sulla mappa e in cambio si otteneva una birra, con la possibilità di ordinare ulteriori consumazioni a carico del partecipante.

Il meteo è stato molto clemente: pochi giorni prima della partenza erano stati previsti due giorni intensi di pioggia, prontamente sconfessati, tanto che abbiamo potuto godere di un bel sole caldo. Sarà stata la temperatura mite, l’arsura da pedalata o il bellissimo ambiente conviviale, o più probabilmente la mia maggiore propensione a bere che a pedalare, ma da Beha Brewing mi sono concesso addirittura tre birre: Baldoria (Keller Pils), Euforia (Session IPA) e Festbier (Marzen), che mi ha piacevolmente colpito.

Successivamente il percorso si è fatto più intenso, con un salita sul Monte Titano fin sotto San Marino, prima si proseguire in un saliscendi che ci ha portato al punto di massima altitudine del tragitto: il Poggio Forco (691 mslm), situato in territorio marchigiano (provincia di Pesaro e Urbino). L’ultima parte del percorso si è rivelata  particolarmente faticosa, con l’attraversamento del bellissimo borgo di Monte Cerignone – il nome suggerisce che è situato all’apice di un’altra salita – e l’arrivo in cima a un’ulteriore altura raggiunta solo dopo una ripida salita con un fondo abbastanza impegnativo. Insomma, abbiamo dovuto davvero guadagnarcelo il secondo e ultimo beer point della giornata: il birrificio BAAM.

BAAM (sito web), acronimo che sta per Birrificio Agricolo Alto Montefeltro, non è solo il nome dell’azienda ma anche una piccola esplosione di gioia per aver portato a termine la prima giornata di trial, con un totale di 85 chilometri e 2.364 metri di dislivello. La location è fantastica, poiché dalla cima (maledetta!) si può godere di una bellissima vista sulla zona sottostante, con uno splendido tramonto rosa che non ha bisogno di filtri per risultare “instagrammabile”. Per reintegrare le energie spese e dopo aver apposto il secondo timbro sulla beer map, mi sono concesso un ottimo piatto di tagliatelle ai funghi e una focaccia romana così soffice da volerla usare come cuscino, il tutto accompagnato da una selezione di birre locali: prima la Carpigna (Hoppy Lager) in onore del Monte Carpegna sul quale era prevista la salita il giorno successivo, poi la Vetriola (IPA) e in chiusura la Scacciadiavoli (Dubbel). La musica dal vivo in sottofondo ha reso tutto più divertente, nonostante la stanchezza. Ho concluso la giornata piantando la mia tenda nel giardino di BAAM: dormire in un birrificio è sempre stato il mio sogno e il Craft Beer Trail mi ha permesso di realizzarlo!

Il giorno dopo (domenica) ci siamo svegliati sotto un bel temporale, così abbiamo deciso di attendere la fine della pioggia al caldo tra i fermentatori del birrificio. Causa meteo avverso il percorso è stato tagliato per motivi di sicurezza: è stata esclusa la salita sul Monte Carpegna fino al passo da poco rinominato Passo Pantani, optando piuttosto per un passaggio su asfalto fino al ricongiungimento con la traccia originale. La pioggia e il fango non hanno rovinato la “festa”, anzi hanno infuso un nuovo spunto di energia e colore (marrone e grigio) che ci ha spinto a buon ritmo attraverso la Val Marecchia fino al primo beer point del giorno, il birrificio Noiz (sito web). Lo abbiamo raggiunto intorno alle 13,30, giusto in tempo per un panino e una serie di birre: Yes Sir (English Golden Ale), Dream Hop (Session IPA) e Ufo Party (IPA). Dopo esserci riscaldati e asciugati grazie al sole tardo estivo che nel frattempo ha fatto capolino, siamo ripartiti verso l’ultimo beer point.

Raggiunta la pianura, la voglia di concludere il percorso ci ha esortato ad alzare il ritmo. Dopo un passaggio sotto l’arco Sant’Arcangelo di Romagna e una foto davanti al Ponte di Tiberio a Rimini, abbiamo infine raggiunto l’ultimo ristoro, il birrificio Spirito Agricolo (sito web). È lì che abbiamo trovato il tempo per rilassarci davanti a una bella bevuta: ho ordinato prima la El Dorado (American Bitter) e poi la Smoky Red (Smoked Red Ale). Ma l’itinerario non era terminato, poiché rimaneva ancora qualche chilometro da percorrere lungo la ciclabile a bordo mare, che ci ha riportato dove tutto era cominciato il giorno prima: il Craft Beer Village, dove siamo arrivati giusto in tempo per i saluti e le ultime birre.

Questo trail è stata per me un’esperienza davvero positiva, ho adorato fermarmi ai ristori e trovarmi a parlare contemporaneamente di dettagli tecnici di bici e di argomenti brassicoli. Direi buona la prima e speriamo che diventi un format che ci porti in altre zone italiane ad alta vocazione ciclistica e birraria.

L'autore: Fabio Marrale

Già appassionato di birra, incontra casualmente la bici per potersi muovere liberamente tra i festival senza rischi per la patente, raddoppiando così le sue passioni. Continua ad allenare le gambe con viaggi alla scoperta di birre e birrifici e contemporaneamente perfeziona gusto e olfatto fino al completamento del corso di secondo livello di Unionbirrai.

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Un commento

  1. Complimenti Fabio, per l’impresa e per averla raccontata molto bene . Ciao

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