Nelle scorse settimane abbiamo spiegato più volte la particolare situazione che stanno vivendo i birrifici artigianali durante l’emergenza sanitaria. Il settore brassicolo è stato tra i pochi che non si sono fermati neanche durante il lockdown, eppure i microbirrifici si sono trovati bloccati a causa delle pesanti restrizioni nei confronti dell’horeca, loro canale di vendita principale (e spesso esclusivo). Ciò ha creato una situazione paradossale e beffarda: poiché sulla carta il settore non si è mai fermato, non sono stati previsti interventi di sostegno da parte delle istituzioni. In questi mesi Unionbirrai e altri soggetti hanno provato a spiegare alla politica la particolare situazione dei birrifici artigianali, mettendo sul tavolo diverse proposte. Quanto sta avvenendo al tavolo di confronto sul Decreto Sostegni rischia però di rivelarsi l’ennesimo oltraggio al comparto craft italiano.
Come riportato proprio da Unionbirrai questa mattina, al momento infatti l’unico emendamento in discussione prevede una dotazione finanziaria di 1 milione di euro, che sarebbe destinata completamente a coprire l’estensione dello sconto del 40% sul pagamento delle accise ai birrifici indipendenti con produzione fino a 50.000 hl l’anno (l’attuale limite è 10.000 hl). Da sottolineare che la norma, oltre al tetto produttivo, richiede solo l’indipendenza del birrificio, escludendo gli altri criteri previsti dalla legge italiana sulla birra artigianale. L’operazione non avrebbe alcun effetto per il 99,9% dei microbirrifici italiani e favorirebbe persino alcune aziende che non producono birra artigianale.
L’emendamento deve ancora passare il vaglio del Senato, ma la notizia avvilente è che l’unico intervento in discussione non tiene minimamente in considerazione le esigenze del comparto nel suo complesso, rivelando ancora una volta l’incapacità della politica italiana di comprendere fino in fondo le esigenze e i problemi del comparto e dell’intera filiera della birra artigianale.