Cimec

Le nuove aperture di Roma: Coney Island, Must, Queen Makeda e altri

coney islandI fenomeni di tendenza spesso evolvono in maniera incomprensibile. La birra artigianale a Roma ha mosso i suoi primi passi grazie ai pub, ma il vero boom è stato probabilmente documentato dall’apertura di tantissimi beershop. Nel giro di cinque anni la città è passata da una situazione surreale, con la presenza di un solo vero rivenditore (l’Off License a San Giovanni), a un panorama costellato da una miriade di beershop, con o senza somministrazione. Ora questa ondata sembra aver frenato (almeno in termini relativi) e sono invece pub, birrerie e altri tipi di locale a essere tornati protagonisti delle nuove aperture nel cuore della Capitale. Con il post di oggi segnaliamo alcune interessanti novità, che stanno contribuendo a rendere sempre più ricca l’offerta birraria di Roma.

Partiamo allora dal Coney Island, la nuova avventura di Giorgione del Mastro Titta. Ma state tranquilli: il locale di Ostiense rimarrà sempre la sua casa per antonomasia, semplicemente dopo diversi anni ha deciso di impegnarsi anche in un’altra realtà. Tanto che non è l’unico socio: oneri e onori sono stati divisi con Domenica, Martina e Simone e Alessio del Serpente. La particolarità del Coney Island è di aver riqualificato in maniera intelligente un classico Irish pub, di quelli che andavano tanto di moda negli anni ’90 e inizio 2000. Il sontuoso bancone è rimasto pressoché invariato – e mio avviso è stata la scelta giusta – ma altri elementi di arredo sono stati modificati per restituire un’atmosfera molto peculiare, che visivamente richiama lo storico parco divertimenti dell’omonima penisola newyorkese. Il risultato è davvero interessante e chissà che non rappresenti il primo caso di una futura rivisitazione dei vecchi Irish pub: in città ce ne sono ancora molti, ma ormai sembrano aver fatto il loro tempo – a eccezione di quelli più centrali, che ancora se la passano bene.

Il Coney Island dispone di un impianto con una decina di vie, che ospitano produzioni italiane e straniere. Molta attenzione è riposta anche sui distillati, mentre la cucina propone piatti classici, ma anche piatti originali che spaziano dal tex-mex a ricette fusion. Il locale si trova a Monteverde, quartiere residenziale che dal punto birrario sta diventando sempre più interessante. Per saperne di più vi rimando alla relativa pagina Facebook.

mustProvengono dalla scuola Mastro Titta anche Ani e Marco, che qualche mese fa hanno aperto il loro Must in viale Aventino. La zona in pochi mesi si è popolata di luoghi birrari e questa novità ha sede proprio accanto al So Good, di cui ci occupammo in passato. Il locale può essere definito un punto d’incontro tra ristorante, pub e cocktail bar, rivelando una natura piuttosto intrigante. Gli interni sono ancora abbastanza essenziali, ma è l’offerta a rappresentare il fiore all’occhiello di questo posto: il menu gastronomico è di ottimo livello, con un’interessante alternanza tra tradizione e creatività, mentre una menzione di merito non può non andare ai cocktail e alla selezione di distillati, mai scontata. Quasi inutile sottolineare che anche l’anima brassicola è molto curata, con un bell’impianto che ospita prodotti italiani e stranieri, alcuni dei quali – come Montegioco – provenienti direttamente dai birrifici.

makedaE per confermare quanto affermato precedentemente, in zona bisogna anche segnalare l’apertura del Queen Makeda, in via di San Saba. Inquadrare un locale del genere in una categoria non è semplice: possiamo considerarlo una via di mezzo tra un ristorante e un moderno bistrot, che tuttavia punta forte sulla birra artigianale. Al suo interno è infatti presente un impianto della bellezza di 40 spine, alle quali occorre aggiungere le colonnine di cui sono forniti alcuni tavoli per permettere ai clienti di spillarsi direttamente la propria birra. Ma è tutto il Queen Makeda a puntare su misure impressionanti: tantissimi i posti a sedere, gigantesca la cucina a vista, curatissimi gli arredi, sorprendente il kaiten girevole sul quale si alternano diversi finger food in stile fusion. Il resto della cucina si basa su proposte originali, ricercate e molto varie: dai fritti a primi “contaminati”, dagli smorrebrod (fette di pane di segale con salmone e altri condimenti) agli hamburger, dall’american bbq ai dolci.

Tornando alla birra alla spina, tutta la selezione è curata da Valerio Errico, che può vantare conoscenza del prodotto ed esperienza (un passato tra 4:20 e Open Baladin). L’incognita naturalmente riguarda le dimensioni dell’offerta brassicola: 40 spine sono già faticose da gestire per un pub classico, figuriamoci per un locale che si propone più come ristorante che birreria. Ma è chiaro che questa scelta si inserisce all’interno della visione generale che anima il Queen Makeda e dove ogni aspetto punta volutamente al clamore e ai grandi numeri. Se siete amanti del brunch, sappiate che lo trovate ogni sabato e domenica.

black rockSi chiama invece Black Rock l’ultima fatica di Emiliano Blasi, che molti conosceranno per i suoi beershop Fermento. Si tratta di un’associazione culturale che fonde due sue grandi passioni (e non solo sue!): la birra artigianale e la musica rock. L’impianto di spillatura consta di 5 spine e una handpump inglese, mentre l’aspetto musicale sarà molto interattivo: oltre alla proiezioni di concerti e l’organizzazione di eventi a tema (ad esempio in concomitanza con grandi concerti capitolini), sarà predisposta una sala per suonare, che ospiterà anche piccoli eventi live. Per gli amanti dell’homebrewing (o per gli aspiranti tali) sarà presente un kit di produzione per seguire cotte pubbliche. Il Black Rock si trova a Trastevere, in una zona relativamente tranquilla del famoso quartiere.

lieviti maltiAnche se in apertura ho snobbato i beershop, non potevamo non concludere con un locale di questo tipo. Dopo anni di militanza nel settore, finalmente Andrea Toson Marin – meglio conosciuto come Bruce – ha aperto il suo punto vendita. Lieviti & Malti è un beershop d’impostazione classica (no somministrazione) che sorge nel cuore del quartiere Prati, non lontano dalla filiale dell’Off License che ha chiuso i battenti qualche mese fa. La novità quindi potrebbe diventare il nuovo punto di riferimento in zona e l’afflusso dei primi giorni sembra confermare l’impressione. I dettagli d’altra parte giocano a favore di Lieviti & Malti: ampia e interessante la selezione di birre da tutto il mondo, affiancata da alcuni vini naturali e distillati ricercati.

Se avete già visitato alcuni di questi luoghi attendo le vostre impressioni nell’area commenti.

Coney Island
Via Stefano Boccapaduli 45
Monteverde

Must
Viale Aventino 83
Aventino

Queen Makeda
Via di San Saba 11
Aventino

Black Rock
Via Goffredo Mameli 22a
Trastevere

Lieviti & Malti
Via Cunfida 6
Prati

L'autore: Andrea Turco

Fondatore e curatore di Cronache di Birra, è giudice in concorsi nazionali e internazionali, docente e consulente di settore. È organizzatore della Italy Beer Week, fondatore della piattaforma Formazione Birra e tra i creatori del festival Fermentazioni. Nel tempo libero beve.

Leggi anche

La storia dell’Old Forge, il pub più sperduto del Regno Unito gestito dagli abitanti del posto

Vi siete mai chiesti qual è il pub più sperduto del mondo? Se restiamo nei …

Nuovi locali (a marchio e non) a Foggia, Milano e in provincia di Padova e Novara

Nell’ultima panoramica sui nuovi locali birrari, risalente a metà luglio, osservammo come in Italia stia …

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *