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Roma avrà finalmente il suo brewpub e si chiamerà Opus Birrae

Colonna (primo a sinistra) e Liberati (primo a destra) tornano amici (con Paolo Polli) per il primo brewpub di Roma città

Attenzione: l’articolo che segue è un pesce d’aprile!

Oggi è domenica e solitamente il blog nei giorni festivi rimane in silenzio. Tuttavia non potevo esimermi dal concedere un’eccezione alla regola perché la notizia odierna è di quelle clamorose. Come saprete a breve aprirà a Roma la più grande filiale al mondo di Eataly, che al pari della sorella americana ospiterà un brewpub all’ultimo piano. Finalmente la Capitale potrà annoverare un birrificio con mescita diretta all’interno del Raccordo Anulare, ma lo scoop è che Eataly non sarà il primo brewpub “urbano” della città. A bruciare tutti sul tempo sono stati infatti alcuni esponenti del movimento nazionale, che il prossimo 21 aprile inaugureranno il loro locale: Opus Birrae. Dietro al progetto, rimasto nell’ombra fino a oggi, ci sono tre nomi eccellenti: Manuele Colonna, Alex Liberati e Paolo Polli. Li ringrazio sin d’ora per avermi rivelato in anteprima i dettagli di questa loro nuova avventura.

Partiamo proprio dai protagonisti della vicenda, che in pochi avrebbero immaginato uniti per un comune intento. Tra Manuele e  Alex, infatti, in passato non è scorso buon sangue, sebbene abbiano sempre parlato di un reciproco amore-odio riferendosi al proprio rapporto. Paolo Polli invece risiede a Milano, dove ha concentrato le sue attività commerciali (birrifici e locali): niente da spartire con Roma, nonostante recentemente avesse espresso il desiderio di aprire un proprio locale in città. Le premesse non hanno però frenato i tre dal lanciarsi in un progetto comune decisamente ambizioso.

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La contrapposizione di apertura con Eataly non è pretestuosa, poiché sembrerebbe che l’Opus Birrae nasca proprio dal desiderio di opporsi ai pesanti investimenti di Oscar Farinetti nel mondo della birra. In mancanza di concorrenza, un brewpub a Roma è una conquista strategica di rara importanza e chiunque operi nell’ambiente ne è ben conscio. Ecco che allora i tre hanno deciso di unire le proprie forze per ottenere un vantaggio tattico nei confronti del patron di Eataly.

Archiviate le motivazioni alla base della sua nascita, passiamo alle caratteristiche dell’Opus Birrae. Si tratterà di un locale davvero straordinario – ve l’ho detto che il progetto è ambizioso, no? – che sorgerà in zona Trastevere, nello spazio che una volta era occupato dal Transilvania. Non so quanti di voi abbiano visitato in passato l'”horror kafè” in questione, sappiate comunque che i locali sono davvero ampi e ci sarà quindi da divertirsi.

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Il primo piano dell’edificio, adibito alla produzione

L’Opus Birrae si svilupperà su due piani, il primo destinato alla mescita e quello superiore alla produzione. Riguardo a questo secondo aspetto, il birrificio utilizzerà un impianto Velo con una sala cottura a tre tini da 20hl e nove serbatoi unitank da 20hl ciascuno. Lo spazio restante sarà destinato al magazzino, alla linea di imbottigliamento e ad altre attività accessorie. Il birraio, almeno inizialmente, sarà Stefano Cossi, ex birraio di Thornbridge e da poco tornato in Italia.

Il piano mescita avrà un bellissimo bancone centrale, dal quale si dipaneranno quattro diverse aree a tema. Ognuna di esse sarà infatti dedicata a una delle grandi nazioni birrarie del mondo e arredate di conseguenza: Germania, Inghilterra, Belgio e USA. Saranno aree collegate tra loro, ma fondamentalmente indipendenti: come avere quattro diversi locali racchiusi in uno solo. Ogni “nazione” sarà arredata nello stile di riferimento e proporrà solo stili birrari appropriati. In altre parole, se prenderete posto nell’area Germania potrete assaggiare la Weizen e la Koelsch della casa, nell’area Inghilterra la Bitter e la Stout, nell’area Belgio la Tripel e la Saison, nell’area Stati Uniti l’APA e la Cream Ale. Queste ovviamente sono solo le otto birre di partenza dell’Opus Birrae, alle quali si aggiungeranno altre nel tempo.

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Grande attenzione sarà dedicata poi alla parte gastronomica. Come avrete già capito ogni “nazione” avrà anche il suo menu: stinchi e wurstel per la Germania, hamburger per gli USA, fish & chips per l’Inghilterra e carbonade e moules-frites per il Belgio. In aggiunta saranno disponibili tantissimi panini di primissima qualità, gli stessi già apprezzati al BQ di Milano.

A livello d’offerta i consumatori non troveranno solo le birre realizzate in loco, ma anche quelle di tanti altri birrifici da tutto il mondo. L’Opus Birrae difatti ospiterà anche i prodotti dei distributori Impexbeer e Domus Birrae, rispettivamente di proprietà di Liberati e Colonna.

Per il momento queste sono le informazioni che ho a disposizione, ulteriori dettagli saranno rivelati nelle prossime settimane. Vi confesso ovviamente che non vedo l’ora che arrivi il 21 aprile, per toccare con mano le meraviglie del primo brewpub urbano della Capitale. L’Opus Birrae promette di diventare uno dei più importanti locali d’Italia e rimane difficile credere il contrario. Già non sto  più nella pelle!

Andrea Turco
Andrea Turco
Fondatore e curatore di Cronache di Birra, è giudice in concorsi nazionali e internazionali, docente e consulente di settore. È organizzatore della Italy Beer Week, fondatore della piattaforma Formazione Birra e tra i creatori del festival Fermentazioni. Nel tempo libero beve.

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29 Commenti

  1. AHAHAHAHAHAHAH SAREBBE DAVVERO BELLISSIMO!MOLLO TUTTO E MI TRASFERISCO A ROMA…ah…abbiam smesso di fare birra, torniamo a produrre vino rifermentato in bottiglia con lieviti di birra!!!

  2. Non credo durerà, con quei nomi titolari: filosofie diverse e diverse interpretazioni del mondo birrario, della birra in sé; come oggetto estetico e commerciale.
    Però 9 unitank da 20hl e Stefano Cossi.
    Speriamo i boss trovino un modo di bilanciarsi

  3. Andrea ti sei dimenticato di scrivere che ci sara una zona dedicata al whisky che curerà il mio caro amico Davide Terziotti del sito angel’s share.

  4. Che notizia..incredulo durante la lettura di tutto l’articolo.
    Un in bocca al lupo dal Nidaba di Montebelluna.
    Una bella scossa per il movimento birrario della penisola.

  5. Il progetto è, in un secondo momento, di mettere anche un alambicco per distillare e produrre white spirit e poi un whisky. Vi frego la battuta:’alambicco sara’ un pot still e non a Colonna. Il distillato vorremmo chiamarlo Vallo (a dire ad) Adriano.

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