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Da Birraio dell’anno un’ulteriore consacrazione per Marco Valeriani (Hammer)

È dunque Marco Valeriani di Hammer il vincitore dell’edizione 2018 di Birraio dell’anno, il premio istituito da Fermento Birra che ogni anno incorona il miglior produttore italiano sulla base dei voti degli esperti del settore. Da più parti è stato sottolineato che si tratta della prima doppietta nella storia del concorso, avendo Marco conquistato lo stesso riconoscimento già nell’edizione 2016, ma occorre ricordare anche la sua seconda posizione dello scorso anno: una costanza straordinaria, che restituisce il valore del suo talento e che rinforza l’opinione di chi lo considera il miglior birraio italiano in assoluto. È naturalmente anche un grande risultato per il birrificio Hammer, che continua a riscuotere successi in molti contesti diversi e che su alcune tipologie può essere giustamente considerato al top a livello mondiale.

L’edizione 2018 di Birraio dell’anno ha riservato grandi soddisfazioni anche ad altri due birrai. Il primo è Giovanni Faenza di Ritual Lab, piazzatosi secondo in classifica generale. In altre parole ha “rischiato” di bissare il successo dello scorso anno ottenuto nel categoria Birraio emergente. Per un “sophomore” sarebbe stato straordinario vincere immediatamente anche tra i “senior” e c’è mancato davvero un pelo. Segno che la costante crescita di Ritual Lab sta avanzando a ritmi incredibili e che Giovanni può vantare una competenza fuori dall’ordinario. Il colpaccio è stato solo sfiorato, ma occhio alle future edizioni di Birraio dell’anno. L’altro birraio a uscire vincitore dal concorso è senza dubbio Luigi “Schigi” D’Amelio, che è riuscito a salire sul podio anche quest’anno. Nelle 10 edizioni del concorso Schigi è quasi sempre risultato tra i primi cinque birrai più votati, senza dimenticare la vittoria generale dell’edizione 2013. Sul livello qualitativo delle birra di Extraomnes è superfluo spendere qualsiasi parola.

Per quanto riguarda gli altri piazzamenti nella parte alta della classifica, merita menzione la costante ascesa di Conor Gallagher-Deeks di Hilltop: Birraio emergente nel 2016, undicesimo tra i senior nel 2017 e quarto quest’anno. In rialzo anche le quotazioni di Cecilia Scisciani e Matteo Pomposini di MC-77 e Emanuele Longo di Lariano, che si sono piazzati quinti a pari merito: entrambi migliorano il risultato del 2017 (rispettivamente ottavi e settimo) e mostrano una meritevole costanza di edizione in edizione. Di seguito la classifica finale:

1° Marco Valeriani del birrificio Hammer di Villa D’Adda (BG)
2° Giovanni Faenza del birrificio Ritual Lab di Formello (RM)
3° Luigi D’Amelio del birrificio Extraomnes di Marnate (VA)
4° Conor Gallagher Deeks del birrificio Hilltop di Bassano Romano (VT)
5° Emanuele Longo del Birrificio Lariano di Dolzago (LC) (ex aequo)
5° Matteo Pomposini e Cecilia Scisciani del birrificio MC77 di Serrapetrona (MC) (ex aequo)
7° Josif Vezzoli del birrificio Birra Elvo di Graglia (BI)
8° Marco Raffaeli del birrificio Mukkeller di Porto Sant’Elpidio (FM)
9° Mauro Salaorni del birrificio Birra Mastino di San Martino Buon Albergo (VR)
10° Agostino Arioli del Birrificio Italiano di Limido Comasco (CO)
11° Marco Ruffa del birrificio CR/AK di Campodarsego (PD)
12° Samuele Cesaroni della Brasseria della Fonte di Pienza (SI)
13° Alessio Gatti del birrificio Canediguerra di Alessandria
14° Alessio Selvaggio del birrificio Croce di Malto di Trecate (NO)
15° Gino Perissutti del birrificio Foglie d’Erba di Forni di Sopra (UD)
16° Luana Meola e Luca Maestrini del birrificio Birra Perugia di Perugia
17° Marco Sabatti del birrificio Porta Bruciata di Rodengo Saiano (BS)
18° Valter Loverier del birrificio Loverbeer di Marentino (TO)
19° Fabio Brocca del Birrificio Lambrate di Milano
20° Pietro Di Pilato del birrificio Brewfist di Codogno (LO)

Chi sono invece i grandi delusi dall’edizione 2018? Senza dubbio Agostino Arioli del Birrificio Italiano, che non è andato oltre la decima posizione: per lui Birraio dell’anno continua a essere una maledizione e purtroppo il podio si allontana di anno in anno. Ci si aspettava di più anche da Marco Ruffa di Crak, che dopo un anno di grandi soddisfazioni non è riuscito a portare a casa più di un undicesimo posto. Molto distante dalla vetta è anche Marco Raffaeli di Mukkeller, entrato in finale dopo la cocente assenza dello scorso anno ma ancora ben lontano dalle possibilità di vittoria: l’ottava piazza però non è certo da buttare. Infine il vincitore dello scorso anno, cioè Josif Vezzoli di Elvo, si è piazzato settimo: un risultato che lo riporta alla dimensione del 2016.

Molto interessanti gli esiti della categoria giovani, dove a trionfare è stato Luca Tassinati di Altotevere, alla fine di una battaglia che immaginiamo assai combattuta. La sua è una vittoria molto importante, perché ottenuta lontano dai riflettori e senza seguire pedissequamente le mode brassicole del momento. Ottima anche la performance di Umberto Calabria di Jungle Juice, piazzatosi secondo e vicinissimo all’impresa di mantenere nei confini di Roma il riconoscimento di Birraio emergente. La terza posizione di Giorgio Masio ha confermato il suo ottimo lavoro con il birrificio Altavia, mentre per Adriano Giulioni di BabylonAlessandro Sanna e Federico Bianco di Bellazzi rimane la grande soddisfazione di essere entrati tra i primi cinque giovani birrai più interessanti d’Italia.

Come commentatori avremo la fortuna di testare questi risultati tra un mese, quando potranno essere verificati nel concorso Birra dell’anno di Unionbirrai. Come dovreste sapere il funzionamento è assai diverso – e per molti versi più attendibile – ma permetterà comunque di confermare o sconfessare i risultati di oggi. Appuntamento dunque a febbraio.

L'autore: Andrea Turco

Fondatore e curatore di Cronache di Birra, è giudice in concorsi nazionali e internazionali, docente e consulente di settore. È organizzatore della Italy Beer Week, fondatore della piattaforma Formazione Birra e tra i creatori del festival Fermentazioni. Nel tempo libero beve.

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