Annunci

Stonehenge Pub cerca un’inlattinatrice isobarica semiautomatica

Lo Stonehenge Pub di Montebelluna (TV) cerca riempitrice isobarica...

Birrificio in provincia di Pavia valuta cessione attività o affidamento in gestione

Birrificio in provincia di Pavia avviato e operativo valuta...

Birrificio lombardo cede impianto completo con sala cottura, fermentatori e attrezzature

Birrificio attivo da 10 anni in Lombardia cede per...

Cucina siriana e birra artigianale: un incontro inedito per abbinamenti sorprendenti

Dopo la soddisfacente parentesi dedicata alla pizza al taglio, eccoci a riprendere il nostro giro per le cucine del mondo, mettendole alla prova degli abbinamenti birrari. Ripartiamo dalla Siria, un paese affascinante e bellissimo, che purtroppo nell’ultimo decennio è salito agli onori delle cronache per una devastante guerra interna di potere, con conseguenze sugli equilibri del particolare contesto geopolitico di appartenenza e, soprattutto, ripercussioni drammatiche sulla popolazione: l’ONU ha parlato della cifra record di 12 milioni di sfollati (su un totale di 19 milioni di abitanti), di cui la metà hanno deciso di lasciare il paese. Ed è proprio da un bel progetto di accoglienza dedicato a chi è fuggito da quell’inferno che parte l’idea del nostro racconto gastronomico. I cibi protagonisti dei nostri abbinamenti, infatti, sono stati cucinati da Hummustown, una cooperativa senza scopo di lucro, nata e gestita dal lavoro di alcuni rifugiati siriani, con sede operativa e laboratorio di preparazione per l’asporto a Roma (zona Santa Maria Ausiliatrice).

Hummustown è partito con l’idea di preparare buon cibo per generare reddito per le persone che ci lavorano, dandogli uno scopo e una nuova possibilità. Oggi che la situazione nel paese mediorientale si sta lentamente stabilizzando e il numero di profughi è diminuito, Hummustown ha nobilmente riadattato la sua missione al sostegno delle persone vulnerabili, aumentate a causa dell’emergenza COVID-19.

- Advertisement -

Così, in compagnia dell’amico e collega Salvatore Cosenza, ci siamo inutilmente armati di vocabolario arabo (le spiegazioni dei piatti sul menu sono in inglese), siamo andati a ritirare i nostri sacchetti e li abbiamo posizionati sui tavoli del limitrofo La Piccola Abbazia, pub tra i migliori della Capitale, che ci ha gentilmente e magnificamente ospitato per questa particolare occasione. Mentre si ragionava sull’ordine di servizio e sulle birre da abbinare, mi ha colpito l’anima “mediterranea” degli ingredienti e ancora una volta sono rimasto sorpreso dalle capacità di connessione del Mare nostrum: spazio di comunanze, scambi, confronti e scontri, che ha accolto la nascita di civiltà uniche e straordinarie, cui ha sicuramente donato la sua eccezionale energia e collegato culture lontane, aiutandone l’abbraccio e la mescolanza.

- Advertisement -

Fattet hummus

L’incipit della cena è stato scandito da un invitante fattet hummus, composto da ceci, tahini – pasta a base di semi di sesamo – succo di limone, yogurt, orzo, olio d’oliva e spezie variegate: profumata e leggera, è la classica pietanza che mentre chiacchieri distrattamente ti può capitare di rimetterla nel piatto dieci volte. Abbiamo deciso di abbinarlo con la Sas dla Crusc (4,6%), Vienna Lager di Monpiër de Gherdëina (Ortisei, BZ), e il risultato ci ha davvero deliziato. Questa ottima bassa fermentazione ambrata è elegante e beverina, tenuta in piedi dalla spina dorsale del malto, dotata di apprezzabile secchezza, con ritorni olfattivi di nocciola e lievi tostature. Il proficuo gioco si è sviluppato soprattutto tra le tendenze dolci, della pasta e dei legumi, e il malto tostato-caramellato, capace di valorizzare le note agrumate e accompagnare le tante sensazioni aromatiche presenti. La carbonazione elevata ha ripulito eventuali untuosità e note aromatiche residue.

- Advertisement -

Cous cous con pollo e verdure di stagione

Il secondo assaggio è un altro grande e versatile classico della cucina araba, il cous cous, in questo caso condito con verdure di stagione e pollo (shamy): equilibrato, delicato, opportunamente speziato, molto gustoso. L’abbiamo accostato alla luminosa Hell (5,2%) di Flötzinger, antico birrificio privato di Rosenheim (Baviera), che si porge con elegante profilo maltato, grande equilibrio generale e dosata freschezza luppolata. Queste peculiarità, nell’incontro con il pollo e le verdure, significano uno strepitoso abbinamento di servizio, in grado di chiudere gioiosamente il boccone e riattivare la voglia di bere: da dedicare a momenti di belle chiacchiere e rara convivialità.

Kabab

Proseguiamo con il kabab, altro nome che risuona da anni nelle nostre orecchie, ma che conosce variazioni regionali anche significative: in questo caso è una sorta di salsiccia, composta da carne di vacca, asciutta e speziata, servita con la pita (il tipico pane basso arabo). Vantando spiccate aromaticità e persistenza gusto-olfattiva, ha bisogno di una birra con note maltate e caramellate evidenti, tendenza dolce e corpo: ecco perché abbiamo deciso di accompagnarlo con uno dei grandi classici belgi, la Dubbel di Westmalle, ambrata monacense da 7%. L’interazione tra la cottura delle carni e le note di frutta rossa matura è completa; la persistenza gusto-olfattiva della ricetta è attenuata dal “carattere trappista” e dalla gasatura; il lavoro dei malti assottiglia le note speziate, le affila e gli permette di emergere con maggiore intensità.

Kebbeh

Quarto assaggio con le Kebbeh, polpette di legumi con ripieno di bieta: ottimi morso e frittura, mentre i delicati profumi mediorientali circondano il naso e riempiono il palato. L’abbiamo abbinata alla Coal Wars (6%), stupenda American Porter di Busa dei Briganti (Padova). Che non solo ha grande credibilità stilistica e aromatica e sfavillante beva, ma letteralmente stupisce per l’efficacia in abbinamento: l’attacco abboccato e le tostature aggiungono all’insieme un gradevole “tono Maillard” e il deciso taglio luppolato, supportato dall’alcol e dalla buona asciuttezza complessiva, tampona la delicata untuosità.

Kunafa

Chiosa dolce con il sorprendente Kunafa, dolce al vassoio, tondo e compatto, fatto da strati di pasta e formaggio fresco, con sciroppo di zucchero e pistacchi. Per l’abbinamento siamo tornati nei chiostri trappisti, salendo di massa muscolare e taglia etilica: abbiamo infatti optato per la Gregorius (10,5%), paradigmatica Quadrupel prodotta dall’abbazia austriaca di Stift Engelszell, dotata di grande rotondità, personalità e lunghezza gusto-olfattiva. Forte di queste caratteristiche, riesce a tenere testa alla forza zuccherina del dessert, creando un incontro prolifico e gaudente tra le sue note torrefatte, liquorose e di prugne sotto spirito e quelle lattiche del formaggio fresco.

Roberto Muzi
Roberto Muzi
Docente, degustatore e consulente di settore. Classe 1980, appassionato di fermentazioni e di tutto ciò che riguardo quello straordinario micromondo abitato da lieviti e batteri, è responsabile regionale per la Guida alle birre d’Italia di Slow Food Editore e giurato in alcuni concorsi nazionali. Ama leggere e bere birra mentre segue il calcio: una semplice scusa, sciocca e inossidabile, per foraggiare il consumo pro-capite italiano.

Ultimi articoli

Il Sahti sul grande schermo: nei cinema un film dedicato all’antica birra finlandese

Il Sahti rappresenta allo stesso tempo uno stile birrario...

L’importanza del design delle lattine di birra: intervista a Francesco Radaelli (WAR)

Per capire com'è cambiato il mondo della birra artigianale...

Dalla prigione al parlamento: la lotta di Tao per la libertà della birra artigianale thailandese

Negli ultimi decenni abbiamo assistito a una diffusione dirompente...

Nuove birre da Ca’ del Brado, Wild Raccoon, Elvo + Liquida, War, 50&50 e Bellazzi

Ottobre è uno dei mesi dell'anno in cui registriamo...

Newsletter

Al bancone è la nostra newsletter quindicinale con notizie, iniziative ed eventi sulla birra artigianale.

Seguici

28,423FansMi piace
14,294FollowerSegui
6,327FollowerSegui
273IscrittiIscriviti

Gherdeina Craft Beer Festival 2024

Giunge alla sua sesta edizione il Gherdeina Craft Beer Festival, manifestazione organizzata dal birrificio Monpier de Gherdeina e in programma venerdì 12 e sabato...

Nuove birre da Altotevere + Busa dei Briganti, Edit, Renton, Skim, Radiocraft, LZO e altri

Il cacao è uno degli ingredienti "speciali" più utilizzati dai birrifici artigianali e non solo per aromatizzare birre scure come Porter o Imperial Stout....

D.O.B. (Di Origine Birraria): un menu con le DOP italiane abbinate alla birra artigianale

Qualche mese fa abbiamo introdotto lo scherzoso concetto delle Denominazioni di Origine Birraria, ossia abbinamenti tra la nostra amata bevanda e i prodotti coperti...

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui