In questi quasi 10 anni di homebrewing ho acquistato tanti oggetti e strumenti, oltre ad aver sperimentato diversi approcci alla produzione. In alcuni casi si รจ trattato di acquisti sprovveduti finiti presto nel dimenticatoio, oppure di pratiche che si sono rivelate poco convenienti o presto superate. In altri perรฒ, spesso dopo diversi tentativi, ho imbroccato la strada o lโoggetto giusto: piccoli cambiamenti che sono diventati parte della mia routine di produzione.
Pompa magnetica
Sin dagli albori delle mie produzioni casalinghe, per ragioni di spazio e logistica, ho optato per impianti elettrici con resistenza immersa nel mosto. Con questo tipo di configurazione รจ essenziale far ricircolare il mosto dal basso verso lโalto durante lโammostamento, per rendere la temperatura uniforme allโinterno della pentola. Negli anni ho provato diverse pompe, con risultati altalenanti: alcune erano troppo costose, altre troppo potenti, altre difficili da smontare e pulire bene o con flusso troppo veloce e difficilmente regolabile. Fino a quando non ho trovato questa pompa magnetica: costa il giusto, si smonta completamente in due minuti, il flusso รจ regolabile in modo semplicissimo con un rubinetto avvitato sul bocchettone di uscita. Attacchi standard da mezzo pollice. Non si puรฒ vivere senza.
https://www.pinta.it/it/238/pompe_per_mosto/3274/pompa_magnetica_wb_in_acciaio_220_volt.html
Lieviti Kveik
Ricordo ancora le mie prime cotte, quando la birra fermentava in un contenitore di plastica posizionato su una mensola dello sgabuzzino. Qui a Roma, da fine aprile, le temperature in casa iniziamo spesso a salire sopra i 25 ยฐC. Fermentare in queste condizioni porta generalmente alla produzione di difetti e birre poco godibili. La voglia di fare birra era tanta, cosรฌ assemblai in fretta e furia una camera di fermentazione in polistirolo, dove con un poโ di ghiaccio riuscivo a tenere la temperatura del mosto nel range tra i 16 ยฐC e i 20 ยฐC senza eccessive difficoltร . Tuttavia potevo fare una sola birra alla volta, e spesso la camera di fermentazione era occupata per settimane. Poi acquistai un frigo, ma anche quello in estate si riempiva perchรฉ non potevo lasciare le bottiglie a 30 ยฐC sugli scaffali dello sgabuzzino. E la produzione rallentava. Provai a produrre qualche Saison, ma i risultati non furono ottimali perchรฉ comunque partire con una fermentazione a 28-30 ยฐC non รจ ottimale per nessun lievito. Fino a quando non sono arrivati i Kveik. Questi lieviti di origine norvegese, tramandati nelle farmhouse per generazioni, sono spesso in realtร mix di vari lieviti e batteri. Diversi produttori di lievito, come la Lallemand, la Omega Yeast e tanti altri, hanno isolato alcuni ceppi da questi mix rendendoli disponibili in formato commerciale per birrai e homebrewer. Sia secchi che liquidi. Lieviti in grado di fermentare tra i 30 ยฐC e i 40 ยฐC senza battere ciglio, producendo birre molto pulite e piacevoli. Fermentazioni che terminano nel giro di due giorni. Il sogno di ogni homebrewer che vive in una zona calda. Averli avuti prima.
https://brewingbad.com/category/ricette/kveik/
Autosifone
Spostare la birra da un fermentatore allโaltro รจ sempre un problema. Se non si adottano tecniche in contropressione con fermentatori chiusi e in pressione, si finisce inevitabilmente con lโintrodurre ossigeno nella birra. Il che non รจ un bene, mai. Per ridurre questo inconveniente senza ricorrere a sistemi complessi non si puรฒ far altro che ridurre il numero dei travasi della birra da un contenitore allโaltro. Il sifone, o meglio lโautosifone (chiamato cosรฌ perchรฉ รจ dotato di un sistema a pompa che fa partire il flusso con una semplice pressione), aiuta a semplificare queste operazioni. Pescando dallโalto, consente di evitare i travasi che servono principalmente a ridurre i depositi sul fondo, che finirebbero inevitabilmente in bottiglia se si utilizzasse il rubinetto per far uscire la birra dal fermentatore. Con il sifone invece si pesca facilmente dallโalto, fermandosi quando si iniziano a prelevare i primi sedimenti sul fondo. Comodissimo anche per spostare il mosto raffreddato a fine bollitura dalla pentola al fermentatore, evitando blocchi dovuti al luppolo e ai depositi proteici: anche in questo caso, ci si ferma quando si inizia a prelevare mosto torbido. Purtroppo alcuni modelli non sono ben costruiti e tendono a incamerare aria durante i travasi: non disperate, cambiate fornitore e cercare un sifone che funzioni a dovere. Non ve ne pentirete.
Automazione del mulino
Per anni ho macinato i cereali usando la sola forza del mio braccio. Per fortuna ho sempre prodotto litraggi modesti (12-15 litri al massimo), per macinare non ho mai impiegato piรน di una decina di minuti. Quando ho cambiato mulino sono passato allโavvitatore collegato al rullo, molto piรน comodo e veloce. Mai avrei pensato di automatizzare il mulino, perchรฉ alla fine lโopzione avvitatore era piuttosto comoda, anche se richiedeva comunque di stare davanti al mulino tenendo premuto il grilletto per tutta la durata della macinatura. A un certo punto, perรฒ, piรน per sfizio che per necessitร , mi sono deciso ad acquistare i vari componenti per automatizzare il mio mulino a rulli. Dopo qualche acquisto errato (un motorino che non ce la faceva, qualche giunto delle dimensioni errate e un trasformatore poco potente) sono riuscito a mettere insieme il sistema. Per ora funziona alla grande, anche con i malti Crystal e Roasted (non ho provato con il frumento non maltato che รจ molto piรน duro). Ho notato anche che mantenere una velocitร di rotazione bassa e costante porta a una macinatura piรน omogenea e a una minore rottura delle glumelle (bucce dei malti), operazione difficile da gestire quando si sta davanti al mulino con il dito premuto sul tasto dellโavvitatore. Alla fine sono molto contento, anche perchรฉ mentre macina ho qualche minuto in piรน da dedicare alle altre preparazioni. Non indispensabile, ma provoca assuefazione.
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Milwaukee MW-101
Dopo anni di odissea cambiando un misuratore di pH dopo lโaltro, ho finalmente trovato lo strumento ideale. Intendiamoci, va sostituito lo stesso ogni due anni (piรน o meno) perchรฉ la sonda รจ inevitabile che si deteriori, ma nellโarco di questo periodo di tempo le misure sono sempre affidabili, veloci e stabili. Lo strumento mantiene la taratura in modo impeccabile per diverse cotte, senza dare cenni di cedimento se non quando cede la sonda (ma, ripeto, quello รจ inevitabile). Basta cartine tornasole e misuratori da 10 โฌ che si starano anche solo guardandoli. Ci sono ovviamente dei modelli intermedi, in termini di fascia di prezzo, abbastanza affidabili, ma questo strumento รจ decisamente piรน stabile e a mio avviso vale tutto il prezzo di acquisto.
Agitatore magnetico
Utilizzare lieviti liquidi non รจ semplice, ma a volte รจ necessario per ottenere profili organolettici irraggiungibili con i lieviti secchi. Purtroppo, raramente รจ consigliabile utilizzare il lievito liquido direttamente dalla busta, per via della sensibilitร di questo microrganismo alle condizioni di stoccaggio e di trasporto. Per chi fa birra in casa e non puรฒ dotarsi di mezzi di propagazione adeguati, uno starter รจ praticamente dโobbligo ogniqualvolta si ha intenzione di inoculare un lievito liquido. Meglio ancora se il mosto dello starter viene sottoposto a continua agitazione, per rimuovere lโanidride carbonica in eccesso, introdurre ossigeno e mantenere il lievito in sospensione. Queste condizioni favoriscono la crescita cellulare, consentendo di ridurre notevolmente il volume dello starter a paritร di conteggio finale di cellule ottenute. Come tutti gli homebrewer appassionati di fai da te, anni fa provai a costruirmi uno starter con una scatoletta in plastica e una ventola da pc. Il risultato non fu malvagio, ma lโallineamento dei magneti non era ottimale e spesso lโancoretta magnetica perdeva la rotazione bloccando tutto. Inoltre, non era facile regolare la velocitร di rotazione. A un certo punto mi sono stufato e ho comprato un agitatore magnetico bello e pronto su Amazon. Ah, lโavessi fatto prima!
Tappi di gomma per bottiglie
Una soluzione estremamente banale, ma utilissima. Tenere le bottiglie sempre chiuse รจ fondamentale per evitare che si accumuli polvere al loro interno. Per anni le ho chiuse con la pellicola trasparente, ma a un certo punto ho acquistato questi comodi tappi in gomma e la mia vita รจ cambiata. Le bottiglie devono essere ben asciutte prima di essere tappate, altrimenti rischia di formarsi muffa. Probabile esistano confezioni piรน economiche di questi tappi al negozio sotto casa, ma io sono pigro e li ho acquistati su Amazon. Durano ovviamente allโinfinito.
Imbottigliare meno
Lโimbottigliamento รจ probabilmente la fase piรน noiosa in assoluto in tutto il processo di produzione. ร ripetitivo, lungo, alienante. La mia prima soluzione per arginare il problema รจ stata quella di ridurre il volume delle cotte: meno birra prodotta significa meno birra da imbottigliare. Aumentando il formato delle bottiglie (magari non tutte da 75cl, ma 50cl รจ un buon compromesso) si puรฒ ridurre ulteriormente il tempo da dedicare allโimbottigliamento. Tuttavia, la soluzione definitiva non poteva essere altra se non quella di passare ai fusti e smettere del tutto di imbottigliare. Sicuramente non รจ semplice, serve un poโ di attrezzatura e qualche piccolo investimento. Qualche bottiglia la si fa lo stesso, alla fine, perchรฉ non รจ che si riesce sempre a consumare tutta la cotta in tempi ragionevoli (anche qui: ridurre il volume delle cotte aiuta). Consiglio comunque di iniziare a farci un pensierino leggendo qualche articolo (ormai ce ne sono diversi online). Il cambiamento pratico รจ oneroso ma non difficilissimo, mentre la vita da homebrewer cambia di molto, in positivo.
https://brewingbad.com/category/contropressione/
Sfera inox galleggiante
Collegandomi al punto precedente, non potevo non citare questa magica sferetta in acciaio inox. Introdotta โ credo โ con il fermentatore in pressione Fermentosaurus, viene di fatto utilizzata in tutti quei contenitori in cui si preferisce pescare dallโalto anzichรฉ dal fondo (lo stesso concetto del sifone giร citato, ma con contenitore chiuso). Se nel fusto di servizio รจ normale spillare la birra dal fondo perchรฉ ormai pulita dalla maggior parte dei residui solidi, nel fusto (o in generale nel contenitore) di fermentazione spillare dal fondo รจ praticamente impossibile per via del deposito di lievito ma soprattutto di luppolo (spesso in pellet) che blocca inevitabilmente i connettori. Con questa sfera inox collegata al connettore si riesce a spillare dallโalto, fermandosi quando si arriva sul fondo. Nei keg jolly, che sono stretti e alti, รจ importante dimensionare bene il tubo in silicone (tagliandolo per farlo arrivare a pelo sul fondo). Aggiungere un piccolo peso in inox alla sfera (tipo un controdado) puรฒ aiutare per far affondare il tubo ed evitare che vada a pescare sopra il mosto bloccando i trasferimenti. A volte il lievito della fermentazione blocca inizialmente il flusso, ma รจ sufficiente sparare un poโ di CO2 nel tubo per sbloccare la situazione.
Priming in bottiglia
Per tantissimi anni ho usato il metodo classico per aggiungere zucchero in fase di fermentazione: travaso in un secondo fermentatore e aggiunta dello zucchero. Comodo e veloce, ma cโรจ di mezzo un travaso che si potrebbe evitare. Come? Semplice, inserendo una soluzione di acqua e zucchero bottiglia per bottiglia. Dopodichรฉ si preleva la birra con il solito sifone collegato allโasta di imbottigliamento direttamente dal fermentatore in cui รจ stata condotta tutta la fermentazione. Risultato? Zero travasi. Inserire lo zucchero bottiglia per bottiglia sembra tedioso ma alla fine ci si prende la mano. Si puรฒ usare una classica siringa da iniezioni da 10 ml (togliendo lโago) o addirittura acquistarne una piรน grande (ce ne sono su Amazon, link sotto). Per i calcoli di dettaglio della soluzione zuccherina e del dosaggio rimando al link sotto.
https://brewingbad.com/2017/11/imbottigliamento-con-priming-in-bottiglia/