La panoramica di oggi sulle nuove birre italiane parte con una collaborazione importante tra un giovane e innovativo marchio, Ca’ del Brado, e uno dei locali storici dell’ambiente birrario, la Brasserie Arnage. La creazione ideata appositamente dalla “cantina brassicola” emiliana per il pub cesenate si chiama Cuvée de Mugliega (7,4%) ed è una birra acida realizzata con aggiunta di albicocche – “mugliega” è il nome del frutto nel dialetto locale. La fermentazione primaria è avvenuta con l’inoculo di Brettamomyces Bruxellensis, mentre una seconda fermentazione si è attivata tramite la flora batterica presente nei tonneau nelle quali è stata affinata. L’aggiunta delle albicocche (varietà Bella di Imola e Reale di Imola) ha infine rappresentato l’ultimo stadio del processo produttivo. La birra è la prima della linea Cuvée di Ca’ del Brado, composta da selezioni speciali di affinamenti in botte provenienti dalla propria cantina. È stata presentata presso la Brasserie Arnage giusto ieri. Ulteriori informazioni sulla Cuvée de Mugliega sono presenti sul sito web del produttore.
È un’acida alla frutta anche l’ultima novità sfornata dal romano Jungle Juice, che ultimamente sembra essersi specializzato in questa tipologia piuttosto alla moda. Sembrava un fenomeno destinato a rimanere circoscritto al periodo estivo – dato il potere dissetante e rinfrescante di questi prodotti – ma a quanto pare stanno avendo talmente successo da suggerire nuove release. La creazione di Umberto Calabria si chiama Mambo for Breakfast (4,3%) ed è una Berliner Weisse aromatizzata con ananas e passion fruit, che sicuramente farà a felicità di chi ama ritrovare nelle birre intense note di frutta esotica. Il resto degli ingredienti sono malto Pils, frumento (maltato e non), luppoli Mandarina Bavaria e Willamette, lievito US05 e lattobacilli di tipo Plantarum e Pediococcus.
Risale a una decina di giorni fa l’annuncio della quinta “Fugace” dell’attivissimo birrificio brianzolo Hibu, battezzata Dama Nera (5,8%). È dedicata ai mesi di settembre e ottobre – le Fugaci sono le stagionali del birrificio lombardo – e appartiene allo stile delle Black IPA, sebbene il lievito utilizzato sia a bassa fermentazione. Il ventaglio aromatico risulta in toni elegantemente tostati e torrefatti che si fondono con le caratteristiche tipiche dei luppoli americani impiegati. Il finale e secco e la percezione amara medio-alta (65 IBU). Può essere considerata la controparte della Dama Bianca di Hibu, che non a caso si ispira alla tipologia delle White IPA. Il modo migliore per assaggiare la Dama Nera sarà nel corso della Festa di Fine Estate, in programma presso lo stabilimento di Burago di Molgora (MB) domenica 24 settembre.
Torniamo al volo nel Lazio per presentare l’ultima nata in casa Eastside. Si chiama The Truth (7%) ed è un’American IPA realizzata con una percentuale di avena e frumento in aggiunta al normale malto d’orzo. Aspettiamoci dunque un aspetto velato e una mouthfeel morbida e rotonda, sebbene la vera particolarità di questa birra sia nell’uso dei Cryo Hops, cioè di polvere di luppolina – e non semplice luppolina, come mi è capitato di leggere in giro – ottenuta tramite un processo di frazionamento criogenico dei coni di luppolo. Si tratta di un prodotto che sta conquistando sempre più birrifici, in Italia così come all’estero. Vediamo se rappresenterà una vera innovazione nell’ambiente o una moda del momento.
E concludiamo con le tantissime nuove birre lanciate recentemente dal Birrificio Settimo di Carnago (VA). Partiamo dalla Omnibus (4,4%), una Keller Pilsner certificata gluten free e prodotta in maniera classica secondo i dettami dell’Editto della Purezza, con note di crosta di pane e un finale secco e lievemente luppolato. Da uno stile tra i più classici in assoluto parliamo a uno dei più moderni, quello cioè delle NE IPA, che il produttore lombardo ha interpretato con la sua 700 (6,2%): torbida alla vista e tropicale negli aromi, risulta facile da bere, fresca e moderatamente amara. Continuando con le luppolate, la 3K (4,4%) è definita una Session IPA morbida e leggera, ma anche molto intensa. E infine concludiamo con la 24 (6,5%), nata da un blend tra la Nuce (Dubbel) e la Aes (Belgian Ale) e invecchiata in botti di Brunello di Montalcino.