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Nuove birre da Eremo, Crak, Vento Forte, I Peuceti e Mezzavia

Oggi è l’ultimo giorno di Beer Attraction e come sempre la fiera riminese ha rappresentato per molti birrifici l’occasione per presentare birre inedite, se non addirittura nuove linee parallele. È il caso ad esempio di Birra dell’Eremo (sito web), che nel suo stand proponeva in bella mostra le prime tre creazioni della Non-conventional Yeasts Series, accomunate dall’uso di lieviti non convenzionali. Se seguite il birrificio umbro, ricorderete che lanciò qualcosa di simile un paio di anni fa: il concetto è in effetti lo stesso – utilizzare cioè lieviti non ortodossi alternativi al Saccharomyces – ma questa volta è declinato in prodotti meno “didattici” e più improntati al mercato. Il progetto è molto interessante e si avvale della collaborazione con la Dott.ssa Laura Canonico dell’Università Politecnica delle Marche, grazie alla quale sono stati isolati tre ceppi particolarmente adatti alla produzione brassicola.

Le birre di questa nuova linea possono essere quindi considerate un’evoluzione di quelle realizzate due anni fa. La Madue (5,6%) è l’unica non realmente inedita, perché, essendo stata presentata nel 2017, ha fatto da “ponte” tra queste due fasi del lavoro: è una Sour Ale con polpa di passion fruit, brassata con il lievito Kluyveromyces thermotolerans che produce acido lattico in maniera naturale (non c’è dunque aggiunta di batteri lattici o altri microrganismi). La Dume (5%) è invece una Wheat Ale che impiega lievito Torulaspora delbrueckii e una generosa quantità di succo di arancia rossa italiana (oltre 100 g/L). Infine la Talia (6%) è una sorta di Saison aromatizzata con camomilla e zest di limone e fermentata con Wickerhamomyces anomalus, le cui note aromatiche da esterificazione ricordano quelle tipiche dello stile. In realtà la gamma si compone anche della Kora, una Gose all’ibisco, di cui vi però scriverò diffusamente in futuro perché sarà disponibile in anteprima assoluta al Ballo delle Debuttanti, l’evento inaugurale della Settimana della Birra Artigianale in programma da Eataly Roma a partire da venerdì 1 marzo.

Uno degli stand presi d’assalto a Rimini è stato quello del birrificio Crak (sito web), che qualche giorno prima di Beer Attraction ha annunciato la sua nuova Plain of the Po (5,2%). Non si tratta di una one shot, bensì si una birra che entrerà regolarmente in produzione andando a sostituire la NEIPA. La ricetta cerca di unire la luppolatura insana di una Double IPA con la facilità di bevuta di una Session IPA, facendo ricorso all’ormai immancabile double dry hopping. Il risultato finale viaggia ancora una volta sul percorso delle New England IPA: è torbida a livello visivo, morbida in bocca e fermentata con lievito Vermont. La grafica rappresenta il sorgere e il calare del sole nella tipica nebbiolina della Pianura Padana, che la Plain of the Po omaggia con la spiccata opalescenza. Ulteriori informazioni sul sito di Crak.

Il birrificio Vento Forte (sito web) non ha partecipato a Beer Attraction, ma questo non gli ha impedito di annunciare una nuova birra proprio negli scorsi giorni. Il piacevole ritorno del produttore di Bracciano su queste frequenze è merito della sua Double Breakfast (8%), una versione extra delle classiche Stout “da colazione”. Come forse saprete questa evoluzione dello stile scuro per eccellenza ricorre ad alcuni ingredienti aggiuntivi per arricchire il proprio profilo aromatico: in questo caso il birraio Andrea Dell’Olmo ha impiegato cacao, caffè, vaniglia e nocciole tostate provenienti dalla Tuscia. Il risultato è una birra forte e complessa, dal colore nero impenetrabile e da una bellissima schiuma compatta color nocciola. È disponibile in quantità limitate sia in fusto che in bottiglia.

Tornando a Beer Attraction e al lancio di nuove linee parallele, è opportuno segnalare la serie TikiBeer del birrificio pugliese I Peuceti. Le birre sono tutte all’insegna dei sapori tropicali e sono pensate espressamente per i pub, caratteristica riscontrata anche in altre gamme speciali presentate a Beer Attraction. La TikiBeer Session IPA (4,2%) si contraddistingue per la facilità della bevuta e per aromi agrumati e di frutta esotica; la TikiBeer Black IPA (5,6%) gioca sull’equilibrio tra i toni tostati dei malti e quelli citrici e tropicali dei luppoli; la TikiTime DDH DIPA (8,5%) punta tutto sulla luppolatura generosa, supportata da un corpo pieno. Le etichette si avvalgono della collaborazione con il disegnatore americano Brian Allen, che in passato ha lavorato anche per Marvel.

Concludiamo questa carrellata con un’altra Session IPA, quella annunciata recentemente dal birrificio sardo Mezzavia (sito web). Inutile sottolineare su quali note aromatiche fa leva la Tropicana (5%), che a dispetto della sua semplicità di bevuta è il frutto – mai termini fu più appropriato – di una ricetta abbastanza articolata: la base fermentescibile è composta da una percentuale di avena e i luppoli utilizzati sono delle varietà Huell Melon, Nelson Sauvin, Ekuanot e Citra (quest’ultimo in dry hopping). Ma soprattutto – se non ho capito male – la Tropicana è stata fermentata con un mix di due lieviti americani tipici rispettivamente della West e della East Coast, in modo da esaltare al massimo il profilo fruttato. Dovrebbe essere disponibile proprio in questi giorni sia in fusto che in bottiglia.

L'autore: Andrea Turco

Fondatore e curatore di Cronache di Birra, è giudice in concorsi nazionali e internazionali, docente e consulente di settore. È organizzatore della Italy Beer Week, fondatore della piattaforma Formazione Birra e tra i creatori del festival Fermentazioni. Nel tempo libero beve.

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Un commento

  1. Non essendo un homebrewer, mi chiedo se il DDH sia un dry hopping che prevede semplicemente l’utilizzo di una dose doppia o comunque maggiore di luppolo o se dietro tale acronimo si celi una tecnica più raffinata che non conosco.

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