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Belgian Beer Battle – Giorno quattro: Bruxelles

© Farmboy / Jan Opdekamp

…e il quarto giorno Dio creò il lambic.
…e il quarto giorno della Belgian Beer Battle, a Bruxelles, io ho bevuto tanto lambic.

Per il quarto giorno della Belgian Beer Battle lo staff di Visit Flanders ha predisposto una visita a Cantillon – aperta a tutto il gruppo – più una degustazione privata al Moeder Lambic, posta in palio nella “battaglia” giornaliera. La sfida? Niente di birrario, ma non per questo poco interessante, anzi. Per potermi infilare nella cantina privata di Jean Moeder (per chi non lo sapesse il proprietario del Moeder Lambic) ho dovuto addirittura cimentarmi in una partita di “city golf”: praticamente siamo andati in giro per strade, parchi e piazze di Bruxelles lanciando palline a caso con l’obiettivo di “imbucarle” in una fontana, o centrare una statua, o qualcos’altro del genere. Ancora adesso mi chiedo come Vincent, il pazzo ideatore di tutto ciò, sia riuscito ad ottenere i permessi dal comune. È vero che le palline sono di un materiale che evita danni alle cose, ma ciò non toglie che siano finite in testa o addosso a più di una persona, tra l’ilarità generale dei passanti.

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Per farla breve, divertentissima attività. Impagabile la “buca” sulla cima del Monts des Artes. Sappiate inoltre che Vincent organizza anche un “City Beer Golf”, quindi state tranquilli che non vi lascia a bocca asciutta. La giustizia divina ha voluto che sia io, sia l’altro beer blogger, ci siamo guadagnati il Moeder. Questo ci ha permesso di passare un impagabile pomeriggio con Jean, senza che nessuno rimanesse deluso.

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© Farmboy / Jan Opdekamp

Prima della degustazione è stato proprio Jean Moeder a guidare la nostra visita a Cantillon. Non mi voglio soffermare troppo su Cantillon perché la rete pullula di informazioni a riguardo, ma ci tengo a sottolineare quanto io sia rimasto stupefatto dalla quantità di visitatori incontrati, forse anche dovuti allo Zwanze Day appena passato (il giorno in cui Cantillon lancia la sua “special brew” annuale). Però si faceva davvero fatica a farsi spazio tra la gente. La prima volta che visitai Cantillon (e parliamo di una decina d’anni fa), il nome era già ben conosciuto in Italia, ma ricordo che io fossi comunque l’unico visitatore presente. Ogni volta che torno mi rendo conto di quanto il numero di visitatori stia aumentando esponenzialmente.

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© Farmboy / Jan Opdekamp

Finito il giro a Cantillon ci siamo fiondati al Moeder Lambic di St. Gilles, con Jean che scalpitava all’idea di stappare la prima bottiglia. Abbiamo diviso la degustazione in tre parti: la prima dedicata ai vintage, la seconda a qualche birrificio a cui Jean si sente personalmente legato, e la terza… al lambic.

Per i vintage Jean ci ha offerto Gouden Carolus Cuvee Van De Keizer 2005, Abbaye des Rocs 2007, Stone Imperial Russian Stout 2011 e una più giovane Pannepot. Siamo poi passati alle preferite di Jean, che non avevo mai assaggiato e che mi ha fatto davvero piacere provare. Due canadesi (Assemblage Numero 4 di Brasserie Dunham e Dulcis Succubis di Le Trou du Diable) e una spagnola, dalla zona di Barcellona: Runa di Ales Agullons. Per il terzo set siamo tornati in Belgio, con due Kriek (De Cam 2010 e una più giovane di Cantillon), e la Pinot D’Aunis sempre di Cantillon, un esperimento del 2010, per il quale sono state appunto utilizzate uve Pinot D’Aunis.

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© Farmboy / Jan Opdekamp

Bere birra con Jean nella sua cantina privata non ha prezzo, per tutto il resto c’è il cameraman che mi ha obbligato a parlare in video dopo una serie infinita di bicchieri. Il piacere dell’esperienza non è stato tanto, o solamente, il susseguirsi di rarità e vintage che normalmente sarebbero difficili da accorpare in un’unica degustazione, ma piuttosto lo spirito di Jean, un personaggio travolgente e pieno di passione che sono stato contento di aver finalmente conosciuto di persona.

A chi stesse pensando di fare un salto al Moeder Lambic di St. Gilles consiglio vivamente di visitarlo la prossima primavera o giù di lì, quando lo potrete trovare fresco di rinnovo. La cantina (dove noi siamo stati per la degustazione) diventerà parte integrante del locale. Inoltre aumenteranno le spine: Jean dice che saranno circa 30, di cui un terzo fisse e il resto a rotazione, mentre la lista delle bottiglie sarà relativamente limitata, ma di altissima qualità.

Io non vedo l’ora di tornarci… nel frattempo appuntamento alla prossima, e ultima, puntata di questo viaggio.

L'autore: Jacopo Mazzeo

Consulente, degustatore e scrittore birrario free-lance di stanza nel Regno Unito. È membro della British Guild of Beer Writers e giudice internazionale. Viaggia spesso alla scoperta di nuove mete birrarie e segue alla lettera il suggerimento del medico della nazionale, bevendo birra dopo ogni attività fisica - tipo camminare fino al pub.

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