Chiusa (temporaneamente?) l’ampia e doverosa parentesi su Birra dell’anno, è ora giunto il momento di rituffarci tra le novità della scena brassicola nazionale. E come riprendere il ritmo se non presentando le nuove creazioni dei nostri birrifici? Come sempre gli aggiornamenti in materia non mancano, quindi partiamo subito raccontando il grande fermento in atto presso il birrificio Birranova, reduce da una straordinaria (e meritata) prestazione al concorso di Unionbirrai. Medaglie a parte, c’è da segnalare il recente lancio dell’inedita Russian Imperial Stout (8% alc.), brassata sulla base della ricetta vincitrice del concorso homebrewer del Birranova Beer Fest 2013. Chiaramente si ispira allo stile omonimo, con una complessità e una profondità aromatica impressionante. Se ne volete sapere di più date un’occhiata a Berebirra.
Sempre Berebirra segnala la nascita della Saison D’abbàsce, una “birra rustica meridionale” (l’etichetta recita così) prodotta in collaborazione con il marchio Aleph. Si tratta di una Saison “all’italiana”, o se vogliamo una Belgian Specialty Ale aromatizzata con bacche di ginepro e ramoscelli di mirto. I luppoli impiegati sono diversi, tra cui spiccano l’Amarillo e il Mosaic. Molto bella a mio parere l’etichetta, che ricorda quella vecchia della Saison Dupont. Lesa maestà? 🙂 Saranno i prossimi assaggi a dircelo, ma è chiaro che nonostante siano entrambe classificate come Saison, siamo al cospetto di due produzioni decisamente diverse.
Nasce da una collaborazione anche la terza novità proveniente da Birranova. Si tratta di una Pils realizzata in collaborazione con Zerottanta (altro marchio pugliese), anche se siamo forse più nel regno delle Imperial Pils. Il contenuto alcolico infatti è superiore alla media della tipologia (7%) e la ricetta non è certo avara in termini di IBU, con una luppolatura non propriamente ortodossa per lo stile – insomma scordatevi i classici Saaz, Hallertau e compagnia cantante. La birra, ancora senza nome, uscirà a doppio marchio, ma in realtà è la primogenita di una linea “parallela” di Zerottanta, che sarà composta esclusivamente di collaboration brew realizzate in giro per l’Italia (e non solo). Donato Di Palma, birraio di Birranova e amico dei ragazzi di Zerottanta, ha deciso con entusiasmo di fare da padrino a questa nuova avventura.
Da una one shot passiamo a una novità stabile, che entra a far parte della famiglia Birra Antoniana. Dopo la sua apertura pensavo di sentire parlare con maggiore regolarità del birrificio dei fratelli Vecchiato (quelli di Interbrau, per capirci), ma in verità le notizie non sono mai state tantissime. Una delle poche degne di attenzione è proprio quella riguardante il lancio della Birra Antoniana Scudata, che va a fare compagnia alle sorelle maggiori Birra Antoniana e Altinate. Difficile stabilire lo stile di appartenenza, in quanto è semplicemente etichettata come una Lager fresca e dissetante da 5,2% alc. Probabile quindi che sia una Helles o, meglio ancora, una Pils non particolarmente sbilanciata sull’amaro.
Infine grandi manovre anche presso il birrificio Brewfist, che in occasione del primo milione di litri “bevuti” ha deciso di lanciare un nuovo prodotto. Questa “celebration” IPA si chiama Bionic ed è realizzata con un mix di malti (Pale, Munich, Melanoidin, Crystal, Pale Chocolate) e due qualità di luppolo: il consolidatissimo Simcoe e lo sperimentale HBC 366. Il contenuto alcolico non è irrilevante (6%), mentre 60 sono le unità di amaro. È stata presentata a fine febbraio presso il Terminal 1 (il locale di Brewfist) durante l’evento di celebrazione.
Come sempre alla fine di queste panoramiche vi chiedo: avete già avuto modo di assaggiare qualcuna delle birre qui presentate?
Dai Vecchiato vogliamo una sola cosa: Thomas Hardy’s!
Eheh, hai ragione
da quello che si legge dal sito, è distribuita solo all’estero da Interbrau
Non credo proprio, a novembre si parlava di primi tentativi.
http://www.thomashardysale.com/wordpress/and-the-first-attempts/
E non è una birra da bere “fresca” di produzione, per cui siamo ancora lontani.
La Saison D’abbàsce l’ ho bevuta alla festa delle birre artigianali di Eataly, e devo dire che è buona, il ginepro in bacche intere è stato dosato bene, apre pungente e fruttata e chiude diciamo in maniera netta e pulita, bevuta piacevole che invoglia a continuare nonostante i 7° non percepiti.
La saison dì’Abbasce è una delle più buone birre alla spina che abbia mai assaggiato. Complimenti vivissimi!!
Ma una parolina su Vento Forte vogliamo spenderla?
Se avessi informazioni in merito volentieri, come per tutti
Antoniana per me è stata una grossa delusione. Da quando ho letto la notizia che interbrau passava dal distribuire al fare la birra mi ha preso una curiosità incredibile per tante ragioni: l’investimento era ingente, c’erano collaborazioni con le università per cercare di capire come usare luppoli e lieviti autoctoni della loro zona, la presentazione in grande stile al salone del gusto; insomma tutto lasciava pensare ad un prodotto unico. L’assaggio invece mi ha profondamente deluso, niente di speciale, sulla bottiglia scrivono artigianale ma sembra tanto una mainstream per dirla all’americana. E con tutte le birre che hanno venduto dovrebbero sapere come sono fatte le birre fatte bene. Comunque proverò a dar loro una seconda possibilità e se la troverò in giro assaggerò questa scudata. Magari col tempo sono migliorati.
PER CHI AMA LE AMARE, LA BIONIC E’ SEMPLICEMENTE FANTASTICA!!