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I concorsi birrari sono davvero utili per i consumatori? Ecco cosa dicono i numeri

Come forse avrete notato, negli ultimi anni su Cronache di Birra lo spazio dedicato ai concorsi birrari è aumentato considerevolmente. In realtà quelli da noi citati rappresentano solo una piccola frazione delle tantissime competizioni che vengono organizzate regolarmente in tutto il mondo, non tutte meritevoli di menzione allo stesso modo. Pur limitando il racconto solo alle iniziative più autorevoli, è evidente come quello dei concorsi birrari sia un fenomeno in crescita, che dimostra come i birrifici siano sempre più interessati a emergere in determinate situazioni. Ragionamento condivisibile, poiché i contest davvero validi offrono, in caso di vittoria di una medaglia, un bel ritorno in termini di immagine. Ci si potrebbe chiedere se però i riconoscimenti alle birre siano utili anche ai consumatori oltre che ai birrifici, potendo effettivamente guidare le scelte d’acquisto in maniera consapevole. Domanda lecita, rispetto alla quale solitamente ci si predispone con una certa diffidenza. Per sgomberare il campo dai dubbi molto spesso basta affidarsi ai numeri e alle statistiche…

I concorsi birrari sono strumenti validi per indicare le birre davvero più buone? Questo è il quesito di partenza. Per rispondere bisogna innanzitutto spiegare come funzionano le competizioni di settore. Il meccanismo, comune a quasi tutte le iniziative del genere (e sicuramente a tutte quelle più autorevoli), prevede che gli assaggi siano effettuati “alla cieca” e che le birre siano divise in categorie, corrispondenti vagamente allo stile di riferimento. I giudici sono distribuiti in tavoli e ogni tavolo assaggia solo alcune di tutte le birre iscritte al concorso. Per ogni categoria poi si definisce un podio, attribuendo le classiche medaglie d’oro, d’argento e di bronzo. In base al numero di birre iscritte in una categoria ci possono essere uno o più turni eliminatori prima della finale. Il meccanismo è più o meno sempre questo, con piccole variazioni da caso a caso.

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Il numero di birre iscritte in una categoria dipende da molti fattori, ma spesso conta decina di esemplari diversi. Ad esempio nell’ultima edizione del Brussels Beer Challenge la categoria delle Tripel contava oltre 100 produzioni, e sicuramente non era la più numerosa. Ora capirete che per una birra emergere in una categoria del genere è un’impresa straordinaria, figuriamoci ripetersi negli anni e magari in concorsi diversi. Per quanto prestigioso, un singolo riconoscimento può infatti essere figlio di un exploit isolato, che magari restituisce solo parzialmente il vero valore di quella birra. Ma se la stessa birra si conferma nel tempo come una delle migliori della sua tipologia, allora è giusto fugare ogni dubbio non solo sulla sua qualità, ma anche sulla bontà in generale dei concorsi birrari.

E indovinate cosa dicono i numeri? Grazie a Beer Zone possiamo ripercorrere le medaglie vinte dai birrifici italiani dal 2020 in poi, considerando lo European Beer Star, il già citato Brussels Beer Challenge e il nostro IGA Beer Challenge. A questi aggiungiamo pure Birra dell’anno di Unionbirrai. Ebbene analizzando le statistiche ci accorgiamo come alcune birre tornino con una costanza invidiabile di anno in anno e di concorso in concorso. Prendiamo ad esempio l’Abiura del birrificio toscano Bruton – tra l’altro vincitore del Trofeo Cronache di Birra 20220 con un’altra birra, la Eva – per scoprire che negli ultimi tre anni è salita sul podio quattro volte: oro allo European Beer Star 2020, argento al Brussels Beer Challenge 2021, bronzo alle edizioni 2022 degli stessi concorsi. Parliamo di una Saison, quindi una birra che presumibilmente se l’è dovuta vedere con centinaia di altre incarnazioni dello stile, riuscendo sempre ad arrivare sul podio – peraltro uno dei due concorsi è organizzato in Belgio, patria di quello stile. Si può affermare che l’Abiura sia dunque una delle migliori Saison d’Europa? Sicuramente sì.

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La birra di Bruton non rappresenta un caso isolato. Qualche settimana fa abbiamo celebrato l’argento della Selva Sour di Birra dell’Eremo all’IGA Beer Challenge, ma in pochi forse ricorderanno che la stessa birra aveva ottenuto un oro e un bronzo anche allo European Beer Star, rispettivamente nelle edizioni 2020 e 2021, nonché un oro a Birra dell’anno 2022. Una delle birre italiane più premiate degli ultimi anni è la Fortezza Nuova del Piccolo Birrificio Clandestino, capace di andare sempre a medaglia nelle ultime tre edizioni dello European Beer Star (nell’ordine oro, argento e bronzo) e a trionfare nella categoria Barley Wine di Birra dell’anno 2021. Anche la Rauch del valdostano Les Bières du Grand St. Bernard ha ottenuto tre medaglie allo European Beer Star negli ultimi tre anni (bronzo, argento, bronzo), con il valore aggiunto di appartenere a uno stile profondamente tedesco (il concorso è organizzato in Germania). Senza dimenticare il bronzo a Birra dell’anno 2021.

L’elenco è ancora lunghissimo. La Pils2 del lombardo Otus è salita sul podio dello European Beer Star 2020 e del Brussels Beer Challenge 2020 e 2021. La ILA di Birra Perugia ha conquistato medaglie alle ultime tre edizioni dello European Beer Star, con l’oro di qualche mese fa. La Alchemy, American Lager del giovanissimo Vertiga, da quando esiste ha solo ottenuto successi: bronzo al Brussels Beer Challenge 2021, oro a Birra dell’anno 2022, oro al Brussels Beer Challenge 2022. Ci fermiamo ai risultati più eclatanti, ma potremmo andare avanti per ore nel menzionare piazzamenti multipli di tante birre italiane.

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Questa veloce carrellata non considera i risultati precedenti al 2020 ed è limitata esclusivamente ai nostri birrifici. Allargando il raggio d’azione le “coincidenze” aumenterebbero dunque in maniera esponenziale, dimostrando quindi quanto l’affermazione in un concorso solo raramente sia fortuita. Nelle competizioni organizzate in maniera seria i risultati sono sempre (o quasi sempre, per motivi fisiologici) autorevoli e veritieri e la qualità delle birre sovrasta qualsiasi previsione statistica per cui sarebbe quasi impossibile ripetersi nel tempo. Inoltre non bisogna dimenticare che per dimostrare regolarità  una birra deve essere effettivamente iscritta a un concorso: se non partecipa, chiaramente non può emergere. È una considerazione banale, ma dimostra come spesso la costanza dei birrifici nel partecipare a queste iniziative viene ripagata, purché ovviamente producano birre di ottimo livello.

Andrea Turco
Andrea Turco
Fondatore e curatore di Cronache di Birra, è giudice in concorsi nazionali e internazionali, docente e consulente di settore. È organizzatore della Italy Beer Week, fondatore della piattaforma Formazione Birra e tra i creatori del festival Fermentazioni. Nel tempo libero beve.

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