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Mai sopra il 4%: gli stili birrari leggeri perfetti per l’estate

Dopo un maggio quasi autunnale, possiamo affermare che l’estate 2019 è iniziata con almeno una settimana di anticipo: le temperature afose di questi giorni, praticamente riscontrabili in tutta Italia, sono lì a ricordarcelo. È normale in queste condizioni andare alla ricerca di birre dal tenore alcolico contenuto, che risultino rinfrescanti senza appesantire la bevuta. Nelle prossime settimane i consumi saranno sempre più orientati verso questi prodotti, destinati a monopolizzare l’offerta alla spina di tanti pub, nonché le selezioni in bottiglia di beershop e negozi specializzati. Tralasciando le birre analcoliche e le low-alcohol – di cui ci siamo occupati qualche giorno fa poiché rappresentanti di un fenomeno in forte ascesa – esistono diversi stili birrari che sono “leggeri” per definizione: alcuni appartengono alle tradizioni delle grandi superpotenze brassicole, altri sono figli della più recente rivoluzione della birra artigianale. Ecco allora a quali tipologie potete rivolgervi se siete alla ricerca di birre poco alcoliche.

Ordinary Bitter

Come dovreste sapere le Bitter – cioè le classiche birre del Regno Unito – rappresentano una grande famiglia nella quale esistono diversi “livelli”. Fondamentalmente la tipologia è divisa in tre denominazioni, con una gradazione alcolica a salire: Ordinary Bitter, Best Bitter ed Extra Special Bitter. Le prime sono le più leggere e il loro valore alcolometrico può variare tra il 3,2% e il 3,8%. Sono birre facili da bere e con un profilo maltato piuttosto definito, in cui il contributo del luppolo, a dispetto del nome, non risulta mai troppo pronunciato. Perfette se servite tramite la tradizionale handpump inglese, si contraddistinguono per delicate note di biscotto e nocciola accompagnate da sfumature floreali e fruttate. Attenzione però quando le ordinate, perché molti birrifici oggi definiscono Bitter prodotti più alcolici rispetto alle Ordinary (e quindi sarebbe più corretto considerarle Best Bitter o ESB).

Golden Ale

Le Golden Ale sono uno stile di stampo anglosassone relativamente giovane, nate sia per contrastare il crescente successo delle Lager straniere, sia per offrire una valida scelta durante le giornate più calde. Sono birre molto luppolate (almeno per gli standard delle tipologie inglesi), rinfrescanti e dissetanti. Il loro contenuto alcolico comprende una forbice molto ampia: è vero che le versioni più forti possono arrivare al 5%, ma si parte comunque dal 3,8%. È anche per questo motivo che abbiamo inserito la Golden Ale in questa rassegna.

Mild

Con un range che va dal 3% al 3,8%, le Mild rappresentano lo stile anglosassone più leggero in assoluto, nonché un caso brassicolo con pochi precedenti. Oggi infatti sono a rischio estinzione, eppure nel XIX secolo rappresentarono, in Inghilterra e specialmente a Londra, la tipologia brassicola più diffusa in assoluto, “adottata” dalla classe lavoratrice. Il loro rapido declino cominciò nel secondo dopoguerra, a causa delle profonde trasformazioni nei gusti dei consumatori e degli effetti della globalizzazione nel mercato birrario. Ancora oggi appaiono decisamente “old fashion”, a causa di diverse caratteristiche fondamentali: il colore scuro, il gusto tendenzialmente dolce, il corpo esile. Per questo non è facile trovarle nei pub, eppure non sono pochi i birrifici moderni che si stanno cimentando con questo stile, come gli italiani MC-77, Hilltop e Toccalmatto.

Leichtbier

Le poco diffuse Leichtbier possono essere considerate la risposta tedesca alle Table Beer proprie delle culture birrarie di Regno Unito e Belgio: birre leggere, buone per ogni occasione, tradizionalmente consumate dai braccianti per trovare sollievo e refrigerio durante le faticose giornate passate nei campi. Possono essere considerate alla stregua di German Pils o Helles più leggere, esili e docili del normale, in cui il luppolo tende a emergere con eleganza oltre le delicate trame del malto. Di colore chiaro cristallino, il loro contenuto alcolometrico viaggia tra il 2,4% e il 3,6%.

Scottish Light

Così come avviene per la famiglia delle Mild, anche i tradizionali stili scozzesi presentano una strutturazione “a livelli”. Il gradino più basso è occupato dalle Scottish Light, che rientrano in un ventaglio alcolico davvero ridotto, compreso tra 2,5% e 3,2%. Sono birre che puntano a valorizzare la componente maltata, con aromi di biscotto, caramello, pane tostato e qualche leggera sfumatura fruttata. È sempre opportuno ricordare che tutte le Scotch Ale, incluse quindi anche le Light, non presentano un profilo affumicato, che è invece il frutto di un moderno malinteso circa le peculiarità dello stile.

Session IPA

Poteva lo stile simbolo della rivoluzione della birra craft non prevedere una sua incarnazione “leggera”? Ovvio che no, ecco perché da qualche anno la stagione estiva coincide con un’invasione di Session IPA – che personalmente preferisco definire Light IPA. L’idea è di trasportare l’anima di una India Pale Ale moderna – e quindi di stampo sostanzialmente americano – nel corpo di una birra meno alcolica del normale (3% – 5%), così da favorirne il consumo anche durante i mesi caldi. Facile a dirsi ma molto meno a farsi, eppure il successo delle Light IPA dimostra come questa famiglia di birre sia in grado di adattarsi a ogni circostanza e di continuare a evolvere nel tempo.

Berliner Weisse

Le antiche “bianche” di Berlino rappresentano uno degli stili più leggeri in assoluto, considerando che il loro range alcolico va dal 2,8% al 3,8%. Sono birre rinfrescanti, leggere e piuttosto carbonate, che si contraddistinguono per una netta acidità ben bilanciata da un fragrante gusto di cereale. Dopo aver rischiato di estinguersi totalmente, oggi stanno vivendo un momento di discreta rinascita anche grazie alla riscoperta dell’acido nel settore birrario. Una loro interpretazione moderna con frutta tropicale ha spinto il BJCP a codificare lo stile (non ufficiale) delle Catharina Sour, che tuttavia prevedono un contenuto alcolico mediamente maggiore.

Lichtenhainer

Con questo nome ci si riferisce a un antico stile tedesco nativo della Turingia, prodotto con frumento, malto affumicato, lattobacilli e lievito ad alta fermentazione. Sono birre estremamente leggere (3,5% – 4,7%), dal profilo acido e affumicato e con un minimo contributo del luppolo. Trovarle oggi in commercio è pressoché impossibile, a meno di non affidarsi alle rare reinterpretazioni dei birrifici moderni di tutto il mondo.

Grodziskie

Simili alle precedenti sono le antichissime Grodziskie, originarie della città polacca di Grodzisk e tradizionalmente prodotte con solo frumento affumicato. Facile allora immaginarne il profilo aromatico, considerando però che erano anche birre estremamente bevibili e leggere (2,5% – 3,3%). Possono ricordare una Berliner Weisse meno alcolica (per quanto le birre di Berlino siano già molto leggere di loro), con un tono affumicato deciso ma non al livello delle Rauchbier della Franconia.

L'autore: Andrea Turco

Fondatore e curatore di Cronache di Birra, è giudice in concorsi nazionali e internazionali, docente e consulente di settore. È organizzatore della Italy Beer Week, fondatore della piattaforma Formazione Birra e tra i creatori del festival Fermentazioni. Nel tempo libero beve.

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